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Diritto di critica | March 28, 2024

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Attacco a Spataro. L'ennesima "toga rossa"? - Diritto di critica

Attacco a Spataro. L’ennesima “toga rossa”?

«Ho visto che le indagini sull’aggressione a Belpietro sono state affidate ad Armando Spataro. Non c’era qualcun altro di turno? Non vorrei che dicesse che Belpietro ha molestato l’attentatore». E’ con queste parole che il capogruppo del Pdl alla Camera, Maurizio Gasparri ha voluto sottintendere la sua malafede nei confronti del magistrato di Milano.

In difesa del pubblico mistero sono intervenuti i maggiori partiti di opposizione. Il Partito Democratico, attraverso le parole del suo  capogruppo alla commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti ha definito le parole di Gasparri come la «conferma che la maggioranza continui nella sua strategia per la delegittimazione delle istituzioni con attacchi gratuiti e con insinuazioni aberranti sulla indiscussa autorevolezza e imparzialità di Spataro . Non ne ha bisogno e non sta a me prendere le difese di un indiscusso servitore dello Stato, ma è molto grave che un autorevole rappresentante della maggioranza non rispetti i principi fondamentali della Costituzione ed entri a gamba tesa in scelte che non gli appartengono e non gli competono. Quella di Gasparri è una strumentale ed inutile ingerenza che serve solo ad avvelenare il dibattito politico. È in ogni caso un piccolo, ma significativo assaggio del modello di giustizia con un “pm separato e inevitabilmente sottoposto all’esecutivo” che si profila all’orizzonte delle riforme della maggioranza». Anche l’ex procuratore di Milano, oggi senatore del Pd, Gerardo D’Ambrosio spiega il perché le indagini siano state affidate a Spataro: «oltre a essere un ottimo magistrato, è il coordinatore della sezione antiterrorismo: le indagini non potevano essere affidate che a lui».

Della stessa opinione anche  l’Italia dei Valori: «Il presidente dei senatori del Pdl Gasparri ha perso un’altra buona occasione per tacere. La sua è un’insinuazione bassa, rozza e volgare e inaccettabile che risponde all’obiettivo dichiarato del Pdl di legittimare le istituzioni. Il presidente Gasparri chieda scusa per le ingiustificabili accuse rivolte ad un servitore dello Stato».

Ha parlato anche il  procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati che  ha rimandato al mittente le accuse : «I magistrati della Procura della Repubblica di Milano  adempiono al compito loro affidato di tutela della legalità. Le critiche motivate spronano a sempre meglio operare. Le denigrazioni, da chiunque provengano, si qualificano da sole» aggiungendo che «al Procuratore aggiunto Spataro sono affidati e saranno affidati i casi di terrorismo ed eversione politica. Il sostituto procuratore De Pasquale ha gestito e continuerà a gestire procedimenti per reati con la pubblica amministrazione e contro l’amministrazione della giustizia con l’alto livello di professionalità che ancora di recente ha trovato riconoscimento in tutti i gradi di giudizio sino alla sentenza definitiva. I magistrati della Procura di Milano continueranno a svolgere il loro lavoro in piena serenità guidati dai principi posti dalla Costituzione e dal monito che si legge nelle nostre aule di giustizia “La legge è uguale per tutti” ».

Per ultimo infine è stato lo stesso Spataro durate la trasmissione “In Onda ” su LA7 a dire la sua:

«Io non sto criticando ma auspico un intervento delle istituzioni. Non condivido gli inviti al rispetto reciproco, perchè qui c’è solo una parte aggredita. Le istituzioni devono garantire un riequilibrio. Non sono molto interessato a rispondere alle dichiarazioni dell’onorevole Gasparri. Siamo di fronte ad affermazioni che facilmente tracimano nell’insulto. Tocca alle istituzioni, al Capo dello Stato, lo dico con rispetto, al Csm rispondere, non e’ interessante per noi magistrati replicare a queste affermazioni, se non ricordare che all’estero destano incredulità»

Ma è realistica l’ipotesi che un magistrato considerato “politicizzato” da un fetta ampia del parlamento, e purtroppo anche dell’opinione pubblica, basi il suo lavoro proprio sulle sue idee personali?  Sembrerebbe di no ed un esempio ci arriva proprio da un giudice che in questi ultimi anni è stato considerato dal centrodestra come uno dei “nemici” numero uno del Cavaliere, Ilda Bocassini. «Toghe rosse», «eversivi» o «golpisti a servizio della sinistra» erano le frasi più usate per attaccare lei e i suoi colleghi del Tribunale di Milano durante il Processo SME.  “Il Giornale” ( Famiglia Berlusconi) , attraverso le parola del suo direttore  Vittorio Feltri nel 1996 scriveva cosi:

«Lo strapotere che esercitano, la disinvoltura con cui interpretano e usano i codici (…) intimidiscono il cittadino, lo lasciano in uno stato di vaga inquietudine (…). Anche Ilda Bocassini è troppo per il mio grado di tenuta nervosa. Non giudicatemi male: con lei non salirei neppure in ascensore. Tra poco vi saranno le elezioni, difficile credere che sia soltanto una coincidenza. Comunque, dati i personaggi, più che scandalo, questo sarà archiviato come impiastro. Alla puttanesca».

Più di un decennio dopo, nel giugno 2008  “Ilda la Rossa”  fece condannare 14 esponenti delle Nuove Brigate Rosse, con pene che arrivano anche a 15 anni di reclusione. “Il Giornale” nel giorno del loro arresto ( febbraio 2007)  elogiò le forze dell’ordine guidate dalla pm milanese Bocassini, cosi abili nello sventare un’azione terroristica che mirava addirittura a Silvio Berlusconi, il giornalista Ichino di “Libero” e la stessa Mediaset.

La “toga rossa” per eccellenza che salva il Presidente del Consiglio Berlusconi e la sua azienda dalle Nuove Brigate Rosse? Strano vero? Come sempre l’importante è ripetere una teoria (o bugia) milioni di volte, così da renderla verità.