Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | April 19, 2024

Scroll to top

Top

Condannata a morte per aver "insultato" il profeta Maometto: sarà impiccata - Diritto di critica

Condannata a morte per aver “insultato” il profeta Maometto: sarà impiccata

Verrà impiccata con l’accusa di aver offeso il profeta Maometto. Accade in Pakistan, dove Asia Bibi (nella foto), una cristiana di 37 anni, domenica scorsa è stata condannata alla pena capitale dopo la sentenza del tribunale di Sheikupura, nella regione di Lahore. I legali di Asia, madre di cinque figli, hanno presentato ricorso contro la sentenza di condanna ma il destino della donna sembra segnato.

Secondo quanto ha pubblicato oggi il Daily Telegraph e diversi siti nella blogosfera, la donna era stata arrestata nel giugno del 2009, al termine di una discussione sulle differenze tra Gesù e Maometto. Incerta la ricostruzione del “delitto”: secondo alcune testimonianze, infatti, Bibi aveva portato dell’acqua ad alcune donne che lavoravano nella stessa fattoria, in località Itanwali, quando queste si sarebbero rifiutate di berla perché toccata da mani cristiane e quindi “impura“. Secondo l’accusa la donna avrebbe risposto paragonando i meriti di Gesù a quelli di Maometto, provocando così la reazione prima delle donne e poi di una folla ostile. Afferrata da alcuni uomini, Asia sarebbe stata poi rinchiusa in una stanza con la minaccia di venir sfigurata e messa alla berlina davanti all’intero villaggio. Solo l’intervento della polizia, allertata dalla comunità cristiana locale, l’avrebbe salvata dal linciaggio. Secondo la difesa, invece, Bibi non ha mai pronunciato alcuna offesa contro il Profeta ma sarebbe stata la polizia, su insistenza di un gruppo di religiosi musulmani, a presentare una falsa denuncia. Quattro giorni fa la condanna a morte.

Sotto processo per blasfemia, sempre a Lahore, c’è un’altra donna cristiana, Martha Bibi (non è parente di Asia) e potrebbe rischiare di subire la stessa condanna.

Secondo i dati della Commissione di Giustizia e Pace nella Chiesa Cattolica (Ncjp), riportati ieri dal quotidiano Avvenire, dal 1986 all’agosto del 2009, almeno 964 persone sono state incriminate per aver profanato il Corano o diffamato il profeta Maometto. Fra questi, 119 erano cristiani. Per questo “reato”, inoltre, in almeno 33 casi i “colpevoli” (anche di altre religioni) sono stati linciati e uccisi da folle inferocite. E mentre l’opinione pubblica internazionale da mesi si attiva per salvare la vita all’iraniana Sakineh, nel resto del mondo altrettante donne rischiano di morire, nel silenzio di media e opinione pubblica che si scatenano solo quando si parla di pedofilia.

FIRMA LA PETIZIONE PER SALVARE ASIA BIBI:

PER SCRIVERE ALL’AMBASCIATA ITALIANA IN PAKISTAN ED INVIARE LA NOSTRA RICHIESTA IN FAVORE DI ASIA BIBI: segreteria.ambislamabad@esteri.it

Comments

  1. Arturo

    Bell'articolo. Dimostra la follia del fondamentalismo religioso. Ma il paragone finale con la pedofilia fa crollare tutto. Guarda che anche noi abbiamo avuto il nostro bel periodo in cui si bruciavano vivi gli eretici. Sono state le conquiste democratiche, che di certo non hanno avuto spinta religiosa, a proteggerci dai fondamentalismi nostrani.
    E nemmeno troppo. Perché nemmeno da noi i media parlano di come le nostre istituzioni, riunite al Forum sulla Famiglia (pagato anche da noi), si stiano pronunciando in medioevali esclusioni dal concetto di famiglia di una bella fetta di persone che condividono gli stessi piaceri, dolori e doveri della vita coniugale.
    http://metilparaben.blogspot.com/2010/11/un-model

    Anche da noi i media nascondono o distorcono le campagne sacrosante per la procreazione assistita, per l'aborto, per l'eutanasia, per le coppie di fatto, assecondando i desiderata delle gerarchie vaticane, con vaghe argomentazioni teologiche.
    E quanti pestaggi contro i gay dobbiamo ancora sopportare, sempre nascosti dai telegiornali?
    Dirai che l'omofobia non c'entra con la religione. Ma di sicuro i religiosi la incoraggiano, la fomentano. E sono convinto che se fossimo in uno stato confessionale cattolico non staremmo molto meglio dei pakistani.

    Tutto questo per dirti quanto quell'ultimo rigo contrasti in modo stridente con la qualità dell'articolo.

    • Caro Arturo, grazie della tua opinione e del tuo commento. Quell'ultima riga finale è volutamente polemica. Su Facebook ho ricevuto un commento di stampo opposto: i media sono ipocriti. Che accadano questi fatti e non se ne parli quasi, è assurdo. Ed è un errore di noi giornalisti. Lo stesso avvenne per la condanna a morte della donna americana, a pochi giorni dalla mobilitazione per Sakineh. E' l'ipocrisia dei media. Ma i media li costruiamo e li gestiamo noi giornalisti…e quell'ultima riga è volutamente polemica.
      Grazie ancora e a presto!

      Emilio

  2. claudio

    Ti quoto Arturo le religioni sono tutte uguali: da noi in occidente grazie all'illuminismo e alle grandi correnti filosofiche dell'800/900 abbiamo raggiunto un certo grado di laicità.
    Guai se veramente traessimo i fondamenti della nostra convivenza dalla tradizione giudaico-cristiana.

    • Vittorio

      Sarebbe molto peggio se dipendessimo da una tradizione islamica . Crociate e roghi sono vicende vecchie di secoli. La realtà odierna dell'Islam è ancora degna del peggior medioevo. Nei paesi islamici i gay finiscono in galera o sulla forca o frustati. Da noi possono baciarsi per protesta per via davanti al papa ( come è successo a Barcellona). Non sarà una gran soddisfazione, ma vuoi mettere la forca.Provino a baciarsi davanti ad una moschea, in Arabia, Egitto o dove preferiscono.:Chi dice che le religioni sono uguali , si merita di vivere in un paese islamico. Giusto per capire la differenza. Sempre che lo lascino vivere per il tempo necessario.

  3. andrea

    "Sarebbe molto peggio se dipendessimo da una tradizione islamica."
    Meglio, peggio… se dai retta agli amici immaginari e uccidi perchè qualcuno non ci crede… non esiste meglio. Esiste solo peggio.

  4. arif

    i am muslim.but i hate blasfemy act.