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Diritto di critica | April 19, 2024

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Neonati lontani dalle mamme dopo il parto all'Umberto I di Roma: «mancano le strutture» - Diritto di critica

Neonati lontani dalle mamme dopo il parto all’Umberto I di Roma: «mancano le strutture»

Mamme separate dai propri figli dopo il parto e costrette a percorrere una rampa di scala per allattare i neonati a orari prestabiliti in un altro reparto. E’ questa la situazione nella quale sono costrette a convivere le degenti nella Clinica Ostetrica dell’Ospedale Policlinico Umberto I di Roma. Carenze di posti letto per le gestanti, strutture fatiscenti e cronica mancanza di personale tecnico per l’assistenza specifica hanno fatto sì che si optasse per una soluzione che scontenta tutti. A cominciare dalle mamme, che vorrebbero essere vicino ai propri piccoli soprattutto subito dopo la nascita, e che sempre meno scelgono di partorire nella storica struttura capitolina.

Le neo-mamme, dopo aver dato alla luce il proprio bimbo, sono ricoverate nel reparto di Puerperio, vicino alla sala parto (qualora riuscissero a trovare un posto letto). I neonati, invece, sono al nido al piano inferiore, dove vengono controllati dalle puericultrici e vigilatrici d’infanzia. Ogni tre ore circa le mamme sono autorizzate ad entrare nel nido per nutrire i propri figlioletti. Dato che i neonati durante le prime ore di vita hanno continuo bisogno del latte materno, le partorienti devono alzarsi dal letto e percorrere le scale a piedi almeno 5-6 volte al giorno, senza che il personale dell’ospedale possa assisterle.

E’ molto difficile, poi, assicurare una sedia a rotelle, che consenta loro di muoversi e prendere l’ascensore per scendere al piano inferiore. Infermieri ed ostetriche del reparto di Ostetricia, infatti, sono numericamente insufficienti per garantire un servizio di assistenza specifica. Una carenza di personale dovuta anche all’interruzione delle assunzioni, in seguito al blocco dell’ultimo bando da parte della Regione Lazio il 12 agosto dello scorso anno.

Una diversa organizzazione dei reparti, con uno spazio che consenta alla mamma ed al bambino di essere insieme subito dopo il parto, avrebbe richiesto costi troppo elevati per l’ospedale. A cominciare dall’adeguamento delle strutture (fasciatoio, culle) e dall’incremento del personale per le gestanti ricoverate.

“Vediamo le mamme salire e scendere le scale – dice una delle ostetriche del Policlinico Umberto I – più volte al giorno per andare ad allattare i figli. Noi (il personale del reparto ndr) non riusciamo ad accompagnarle tutte, anche perché abbiamo del lavoro da svolgere. Se ci fossero le strutture adeguate le mamme sarebbero più tranquille”.

La situazione al reparto di Ostetrica dell’Umberto I è solo l’emblema di una realtà precaria degli ospedali romani. Ma non tutto è perduto. Alcuni esempi di eccellenza danno lustro alla capitale, con alcune iniziative che rappresentano una novità nel panorama ospedaliero italiano. Sono state installate, come riportato da Repubblica, alcune webcam sulle culle dei neonati dell’Ospedale S. Filippo Neri e il reparto di ostetricia ha fatto registrare nascite record nel 2010 (+ 15% rispetto al 2009). Per ovviare alla distanza tra neonato prematuro e genitori, il manager dell’ospedale ha fatto quindi montare alcune piccole telecamere, per monitorare i progressi del piccolo. E’ un’idea pensata per i neonati prematuri, ma l’iniziativa ha avuto buoni risultati e potrebbe trovare applicazione in altri progetti.

Comments

  1. susy fattorini

    L’identica situazione di quando ho partorito io, alle mie osservazioni hanno risposto che le scale fanno bene alla circolazione e che non dovevo lamentarmi in quanto le donne una volta partorivano sotto le piante; che dire

  2. Anna Del Pinto

    Del Pinto Anna; ho partorito al policlinico Umberto I nel 1987….e già dovevo farmi due paini,uscire da un padiglione ed andare al nido…fatto per sei volte al giorno…una maratona…pensavo che le cose fossero migliorate……Ma quando mai!!!!!!!!!!!!!!

  3. barbara bs

    Io ho partorito comodamente a casa mia, e’ stato meraviglioso, tutti i confort a disposizione e le ostetriche a casa tutti i giorni…. ospedale vade retro: in una situazione cosi’, come si puo’ pensare di essere piu’ al sicuro in ospedale, se i medici che ci lavorano trovano plausibile che una cosa come questa avvenga, non capiscono nulla di salute, e mi dovrei fidare????