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Diritto di critica | April 20, 2024

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La frode alimentare non è più reato. Grazie a Calderoli - Diritto di critica

La frode alimentare non è più reato. Grazie a Calderoli

Tutto iniziò con un incendio degno di un film di Hollywood. Era il 22 marzo 2010, quando, vestito con una giacca in pelle nera, il ministro Roberto Calderoli decise di semplificare il sistema normativo italiano. E lo ha fatto alla sua maniera. Non abrogando una legge alla volta dopo un’attenta analisi. Bensì incendiandone 375mila tutte insieme. Un vero e proprio genocidio di articoli e norme. E poco importa che tra quelle ci fossero anche leggi che vietavano di adulterare gli alimenti.

Se è stata evitata in extremis l’abrogazione del tribunale dei minori, al momento sembra definitiva l’abrogazione della legge 283 del 1962, che puniva le adulterazioni alimentari. Ad accorgersene il pm torinese Raffaele Guariniello, attualmente occupato nell’azione di contrasto nei confronti di questo genere di reato.

Tra le indagini che il pm, noto per i processi Juventus e ThyssenKrupp, sta attualmente seguendo, la più nota è quella sulle “mozzarelle blu”. L’inchiesta relativa alla vicenda che fece scalpore qualche mese fa, dalla seconda metà di dicembre si trova di fatto bloccata, non avendo più alcuna normativa a cui fare riferimento.

Come si è giunti a questo incredibile errore? Calderoli aveva dato disposizione di cancellare 375mila leggi precedenti al 1970, senza eccezioni. Però, proprio per ovviare al rischio di eliminare norme vecchie ma ad oggi ancora valide ed indispensabili, era stato dato mandato all’ufficio tecnico del ministro della Semplificazione, di stilare un elenco di leggi da salvare. Ma in quell’elenco la legge sull’adulterazione degli alimenti non è stata inclusa. Così la norma risulta di fatto abrogata dall’11 dicembre.

Qual è il rischio ora? A causa dell’abrogazione, anche se la legge venisse riesumata, i vari processi sui cibi adulterati verrebbero archiviati senza un nulla di fatto, in quanto prevarrebbe il principio di applicazione delle norme più favorevoli all’imputato. Adesso, quindi, anche se la legge venisse riesumata, i processi si concluderanno con delle assoluzioni in base al principio che devono essere applicate le norme più favorevoli agli imputati.

Intanto il Pd annuncia un emendamento al decreto milleproroghe per ristabilire la legge sulla tutela degli alimenti. Ma il danno è già stato fatto: il 21 dicembre scorso è avvenuto il primo caso di assoluzione. L’imputato era il gestore di un esercizio commerciale, salvo “perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”.

Comments

  1. Sara

    Smentita
    robertolapira.nova100.ilsole24ore.com/2011/01/la-falsa-notizia-della-legge-sulle-frodi-alimentari-abrogata-dilaga-in-rete-si-tratta-di-un-una-supe.html

  2. carla

    La notizia, pubblicata su stampa, corriere, repubblica e dilagata in rete è categoricamente smentita da il sole 24 ore: robertolapira.nova100.ilsole24ore.com/2011/01/la-falsa-notizia-della-legge-sulle-frodi-alimentari-abrogata-dilaga-in-rete-si-tratta-di-un-una-supe.html

  3. Sono in corso verifiche. Grazie per la repentina segnalazione dei lettori.

  4. La notizia si basa su tre interpretazioni:
    – La prima riguarda il pm Guariniello, che ritiene la legge in questione abrogata
    – La seconda riguarda il processo di cui parlo nella parte finale dell’articolo. Anche in quel caso il giudice ha ritenuto la norma abrogata
    – La terza è data dalla sentenza della Terza sezione penale della Corte di Cassazione del febbraio 2010 nella quale si sostiene la tesi dell’abrogazione a partire dall’ 11 dicembre 2010.

    L’autore dell’articolo su Nova del Sole 24 Ore, Roberto La Pira, scrive:

    “E’ vero che una sentenza della Terza sezione penale della Corte di cassazione del febbraio 2010 supporta la tesi dell’abrogazione, ma si tratta di un abbaglio e un’interpretazione scorretta del testo di legge.”

    E chi lo dice che si tratta di un’interpretazione scorretta? Beh, un suo collaboratore avvocato che lavora in Federalimentare, un certo Dario Dongo. Quindi, per La Pira, l’ “illuminato” Dongo avrebbe ragione e decine di magistrati e pm avrebbero torto. Beh, dopo la lezione di giornalismo di La Pira che invita la categoria del giornalisti a “verificare la fonte, e a volte occorre incrociarne più di una soprattutto quando si parla di argomenti molto delicati”, possiamo veramente dormire sogni tranquilli. Se lo dice Dongo…

    • Dongo

      Caro Paolo,

      “un certo Dario Dongo”, allievo tra gli altri di Roberto La Pira, non dice proprio nulla.

      Semplicemente, Ti invita alla lettura di una legge dello Stato pubblicata in Gazzetta Ufficiale, facilmente reperibile sul web, n. 246/05: all’articolo 14, comma 17, potrai anche Tu annotare come sia esclusa dall’abrogazione qualsiasi normativa che riporti in epigrafe, vale a dire nel titolo, le diciture “codice” o “testo unico”.

      Se così non fosse, d’altra parte, gli stessi codici civile (del 1942) e penale (del 1930) sarebbero stati spazzati via dalla semplificazione. Tutti fuori! Ti sembra possibile?

      Sembra un pesce d’aprile, questa ridda di mala-informazione, ma purtroppo siamo ancora a gennaio. E a prescindere dalle opinioni politiche di ciascuno, dobbiamo solo rendere grazie alle migliaia di pubblici funzionari dell’Amministrazione sanitaria, che tutelano la salute di noi tutti applicando con meticolosità le efficaci regole a garanzia della sicurezza alimentare.

      Cordialmente

      Dario Dongo

  5. paolo offer

    Chissa come si mangierà bene in”padania”

  6. Allora, se la cosa è così ovvia, come mai un pm della caratura di Guariniello e gli stessi giudici della Cassazione sono caduti in errore? Non sono un giurista e quindi mi astengo da qualsiasi giudizio in merito. Faccio il giornalista e mi limito a sottolineare che ci sono fior fior di magistrati che si sono espressi diversamente da lei. Tutti ignoranti? Tutti incapaci? Tutti distratti? Può anche darsi, ma mi si lasci il diritto di affidarmi alla “letteratura prevalente”. Ed insisto: in ogni modo, dove sarebbe la bufala? Non accolgo in nessun modo il suo invito e quello di La Pira a rettificare prima che la Cassazione, di nuovo chiamata ad esprimersi, avrà stabilito che la legge è ancora vigente. Tuttavia, per ora, la sentenza della Cassazione fa giurisprudenza e di conseguenza vale più di qualsiasi interpretazione.
    In ogni modo, l’art. 6 della legge (sanzioni penali), è stato modificato dall’articolo 4 della legge 26 febbraio 1963 numero 441, in cui si può leggere sull’epigrafe: «Modifiche ed integrazioni alla legge 30 aprile 1962, n. 283, sulla disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande… ». E in questo caso la denominazione “testo unico” non c’è proprio. Quindi l’articolo 6 sarebbe comunque abrogato e i reati, anche se riconosciuti da tutti i gradi di giudizio, non avrebbero pena.

  7. Riporto di seguito l’epigrafe della legge 283/62

    “Modifica degli articoli 242, 243, 247, 250 e 262 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265”

    Notare che questa legge, quindi, non è definita “testo unico”, ma va a modificare un testo unico del 1934. Giudicate voi.

  8. Calma

    Grande professionalità davvero…Consigliasi vivamente di documentarsi sul funzionamento dell’ordinamento giuridico italiano prima di sparare a zero sull’attività legislativa che in esso avviene. Si evitano figure da tordo come questa…