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Diritto di critica | April 23, 2024

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Petrolio sversato, violato anche il Parco dell’Asinara - Diritto di critica

Petrolio sversato, violato anche il Parco dell’Asinara

Il disastro petrolifero di Porto Torres non è ancora terminato. Centinaia di chili di catrame hanno raggiunto le spiagge dell’Isola dell’Asinara, parco nazionale di valore inestimabile, 20 giorni dopo lo sversamento in mare del carburante. Lo denuncia il direttore dell’Area Protetta, smentendo le rassicurazioni del ministro Prestigiacomo: l’Asinara è tutt’altro che salva.  La Procura di Sassari indaga sull’eventualità responsabiltà dell’azienda E.On,  sospettata di aver denunciato con 6 ore di ritardo l’incidente. Aperto anche un  fascicolo contro ignoti per un attacco vandalico alla sede della società tedesca.

La Sardegna rischia di essere seppellita sotto il petrolio, e il 2011 potrebbe essere l’anno del non-ritorno. L’11 gennaio un quantitativo ancora incerto di petrolio – si parla di almeno 10mila, al massimo 30mila litri – è colato in mare durante le manovre di scarico della petroliera Esmeralda a Porto Torres. Era destinato ad alimentare la centrale termoelettrica di Fiumesanto, di proprietà del colosso energetico E.On. L’allarme è arrivato oltre 12 ore dopo l’apertura della falla, secondo le prime indagini svolte dalla capitaneria di Porto Torres: un tempo lunghissimo, solo in parte giustificato – secondo gli ambientalisti – dalla posizione della falla, sotto il pelo dell’acqua. Nella loro ricostruzione, infatti, si parla di un ritardo di almeno 6 ore da parte del personale della E.On nell’avvertire la capitaneria e le autorità. La Procura di Sassari indaga per verificare l’eventuale responsabilità dell’azienda, oltre che per rintracciare i responsabili dell’attacco vandalico – avvenuto la notte di sabato – contro la sede della E.On. L’esasperazione della popolazione locale è tanta, soprattutto con l’allargamento dei danni alle zone limitrofe a Porto Torres. Il 24 gennaio la marea aveva infatti trasportato parte del petrolio a cento chilometri da Fiumesanto, spiaggiandosi sulla Costa Smeralda, a Santa Teresa di Gallura.

Adesso il catrame ha raggiunto il Parco nazionale dell’Asinara: 300 chili di catrame sono stati raccolti dai volontari sulle coste di Stintino, tra le spiagge della Pelosa e delle Tonnare. Lo conferma anche il direttore dell’Area Marina Protetta dell’isola, PierPaolo Congiatu, ai microfoni del Tg3: “Le quantità non sono ingenti, ma sono comunque diffuse su tutta la costa”. Il problema è che “c’è un ripetuto ritrovamento di questo materiale a distanza di pochi giorni. E quindi ogni area che viene bonificata va rivista nei giorni successivi”. Solo il 29 gennaio era stato lo stesso assessore della giunta di Porto Torres alle Politiche per l’Asinara, Francesco Porcu, ad escludere la presenza di catrame sulle coste dell’isola parco. Lo diceva con cognizione di causa: infatti durante le perlustrazioni della polizia locale avevano dato esito negativo. Ma il petrolio galleggia ancora in acqua, e le correnti lo trasportano con ritardo. Per questo , spiega Congiatu, “ogni bonifica va ripetuta a pochi giorni di distanza”. Smentite così le rassicurazioni del ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo. L’Asinara non solo è minacciata, è già divenuta vittima della petroliera Esmeralda e del petrolio sversato. Ed è sola, come racconta il sindaco di Stintino Antonio Diana nell’intervista raccolta dal sito Alguer.it e diffusa su Youtube.

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