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Diritto di critica | April 23, 2024

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Svizzera, no all'abolizione del suicidio assistito - Diritto di critica

Svizzera, no all’abolizione del suicidio assistito

Niente divieto di morte in Svizzera: il suicidio assistito continuerà ad esistere, anche per i non residenti nella piccola nazione elvetica. Il cantone di Zurigo – il più popoloso del Paese – il 15 maggio ha infatti respinto con una percentuale di no a più dell’80% i quesiti referendari avanzati da due partiti conservatori della destra svizzera, l’Udf di base cristiana e il Partito Evangelico, che si proponevano di fissare dei paletti più rigidi al suicidio legalizzato. In particolare, mentre l’Udf intendeva abolire in toto le pratiche dell’eutanasia e del suicidio regolarizzato, il Partito Evangelico aveva invece avanzato l’idea di limitarle quantomeno ai residenti  nel cantone da almeno dieci anni, per contrastare in modo concreto quel “turismo della morte” che è diretta conseguenza della legislazione elvetica in materia.

La pratica del suicidio assistito è infatti consentita in Svizzera dal 1941, purché effettuata in modo passivo – cioè fornendo ad una persona i mezzi per togliersi la vita, ma senza aiutarla concretamente a farlo – e senza motivazioni di tipo egoistico. La legislazione elvetica in materia si differenzia dalle altre europee simili proprio per quest’ultima clausola: Lussemburgo, Olanda e Belgio ammettono l’eutanasia in un modo molto simile a quello svizzero, senza tuttavia contemplare la variante egoistica. In Svezia, Germania, Danimarca e Spagna, gli altri Paesi europei l’eutanasia è invece ammessa sia in forma attiva che passiva.

Sarebbero all’incirca 200 le persone – soprattutto malati terminali – che ogni anno si recano in Svizzera per sottoporsi a tale pratica, per un totale di 1.138 morti legalizzate negli ultimi dieci anni. A fornire i dati è l’associazione Dignitas, l’unica in Svizzera ad assistere quei cittadini stranieri che scelgono di candidarsi al suicidio e di recarsi per l’ultimo viaggio nel paese elvetico: 592 delle persone legalmente suicidate negli ultimi dieci anni provenivano dalla Germania, 118 dagli altri cantoni della stessa Svizzera, 102 dalla Francia, 19 dall’Italia, 18 dagli Stati Uniti e 16 dalla Spagna. Una pratica di “accompagnamento alla morte volontaria” (come si legge sulla homepage dell’associazione Dignitas) che, nonostante gli sforzi dei partiti conservatori, non sarà abolita dalla legislazione Svizzera. Come a dire, continuate a venire qui a morire.

Comments

  1. Mario Realini

    Una precisazione (da un punto di vista svizzero) non da poco. La votazione sull’iniziativa in questione riguarda il SOLO ” CANTON ZURIGO”. Non è corretto, dunque, parlare di SVIZZERA in questo caso anche se il Cantone in questione è il più grande della Confederazione. Una votazione in altri Cantoni avrebbe dato risultati sensibilmente differenti