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Diritto di critica | April 16, 2024

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Anci, il sud di Emiliano battuto dal nord di Delrio - Diritto di critica

Anci, il sud di Emiliano battuto dal nord di Delrio

È durato poco il sogno del sindaco di Bari di diventare presidente dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani. Michele Emiliano ha cullato questa possibilità per mesi, ma si è dovuto scontrare con un’opposizione tutta interna al Pd che ha portato, al suo posto, all’elezione del sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio. L’annunciato testa a testa tra i due si è risolto solo dopo un’elezione interna ai primi cittadini democratici intervenuti all’assemblea di Brindisi, dopo ore di discussione e il naufragio di una composizione bonaria della questione ad opera di Piero Fassino. La proposta del sindaco torinese era proprio di promuovere l’ex pm barese come presidente e conservare il reggiano in direttivo, portandolo come vicepresidente. Invece una sfida all’ultima preferenza ha portato il Pd a proporre all’assemblea l’unica proposta di Delrio, forte di 89 voti interni, contro gli 85 di Emiliano.

Il pugliese ha parlato di “una bellissima battaglia”, pur tradendo il vero filone della discussione messa in campo in plenaria: “Esiste la possibilità di cucire il Paese, tuttavia – ha aggiunto – bisogna avere la capacità di promuovere le buone e capaci persone del Sud che sono davvero numerose”. Al centro del dibattito, precedente e a venire, l’ennesima separazione e diatriba tra Nord e Sud Italia. Nel pomeriggio anche il Governatore meridionale Nichi Vendola, rimasto in attesa di poter salutare il nuovo capo dell’Anci mentre i democratici ancora decidevano la strategia, ha lasciato la sede stizzito, affermando: “Spero che almeno finisca bene cioè con l’elezione di Michele Emiliano; qualsiasi altra soluzione sarebbe sintomo di un’Italia divaricata, di prove tecniche di secessione“. Dello stesso tenore, la dichiarazione a caldo del capogruppo Pd al consiglio regionale di Puglia Antonio Decaro, secondo cui “E’ evidente che c’è un pezzo del Paese che vuole staccarsi dal Sud: non si tratta più di una rivendicazione che appartiene solo alla Lega, ma è una realtà che oramai sembra aver preso piede anche all’interno del Partito Democratico”, aprendo così un’ulteriore spaccatura nel suo partito, o almeno con i colleghi settentrionali.

Emiliano si era presentato forte dell’appoggio, oltre che dell’intero meridione, pure di big come Massimo D’Alema e Franco Marini, intervenuti (insieme a parlamentari, sindaci e governatori del Sud) pochi mesi fa a Bari in un’assemblea sulla politica nel Mezzogiorno che doveva essere una sorta di pre-investitura per l’Anci. Una dimostrazione, probabilmente, di come persino sponsor così pesanti non siano più sufficienti in ambiti così larghi o come certi equilibri, anche all’interno del partito, siano cambiati e siano meno importanti di una tutela degli interessi del Nord. Delrio, dall’altro lato, ha saputo attirare le attenzioni anche di sindaci di centrodestra, come Gianni Alemanno che si è detto entusiasta della proposta unica: “È una candidatura che nasce dalla base contro ogni indicazione partitica e che ha la forza e la credibilità di lanciare l’unità delll’Anci oltre le difficili vicende di oggi”. Tra gli 89 delegati che l’hanno appoggiato, insomma, dev’essere prevalsa anche un’analisi sul gradimento da parte degli amministratori di Pdl e Lega, certamente meno portati a seguire le indicazioni di un politico meridionale. Oltretutto, di uno con una personalità notevole, difficile da domare, come Emiliano. Stride pure che sia il presidente dell’Anci che quello della Conferenza dei Presidenti di Regione (Vasco Errani) provengano dall’Emilia Romagna, escludendo interessi diversi dai posti di rappresentanza più importanti. Per ora domina il fair-play, ma l’eterna lotta Nord-Sud si è arricchito di un ulteriore e grave episodio.

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