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Diritto di critica | April 19, 2024

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Gli Indignados e il favore a Maroni - Diritto di critica

Gli Indignados e il favore a Maroni

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, deve attestarsi su una posizione dominante nel partito della Lega Nord, pena la scomparsa della sua corrente in caso di elezioni, che verrebbero decise ancora una volta con le liste bloccate. Se il governo riuscirà a resistere in carica fino a gennaio, infatti, il voto di primavera verrebbe probabilmente deciso ancora una volta dal Porcellum e Bossi metterebbe in lista solo i “suoi” uomini, scalzando l’ala maroniana. Il titolare del Viminale, dunque, ha necessità di rafforzarsi agli occhi dei compagni di partito e di quell’ampia fetta di popolo leghista che sempre di più vede in lui il successore di Umberto Bossi e il portabandiera di quel sentimento legalitario e più schietto del Carroccio delle origini.

La manifestazione romana, dunque, potrebbe essere l’occasione giusta per dare prova del celodurismo leghista dei vecchi tempi: pugno di ferro contro i violenti e una filosofia dell’ordine pubblico che alla violenza risponde con la fermezza tipica delle forze di polizia. E’ la stessa linea dei respingimenti: non conta il metodo ma il risultato. E se per raggiungerlo verranno usati modi un po’ “ruvidi”, poco importa: i manifestanti in un qualche modo se la saranno cercata.

L’obiettivo di questa manifestazione – se non si vuole fare il gioco del Governo e della Lega che anche così cercherà di recuperare consensi e credibilità – dev’essere dunque quello di un corteo pacifico, capace di sfilare davanti agli agenti in tenuta antisommossa e di abbandonare i violenti al loro destino: se isolati non andranno lontano.

Da parte sua, il Viminale ha deciso di mostrare comunque i muscoli: oltre duemila tra poliziotti, Carabinieri e finanzieri, mezzi pesanti e controllo aereo. Più del doppio delle forze messe in campo durante gli scontri del 14 dicembre scorso, una preparazione pari a quella vista per la morte di Woityla. Il peggior smacco sarebbe dunque quello di arrivare fino al palco in piazza San Giovanni senza scontri né disordini. Un tranquillo sabato romano.

Comments

  1. Vincenzo Gatto65

    Secondo me una strumentalizzazione bieca… . … C’è un’altro stato trasversale alla politica, nello stato!!! Gli INDIGNADOS non piacciono alle caste di destra e sinistra! 

  2. antonimo

    Il risultatato che hanno ottenuto questi gruppi di violenti di professione, palesemente infiltrati ed estranei alla stragrande maggioranza dei manifestanti, è quello che ora si parla solo di loro e non delle motivazioni delle manifestazione. Se era questo che volevano lo hanno ottenuto. Senza arrivare a quanto teorizzò Cossiga a proposito del G8 di Genova su come “infiltrare” le manifestazioni, va detto che le forze dell’ordine vanno messe da chi le comanda in condizione di circoscrivere e neutralizzare subito i black block, peraltro ben riconoscibili, e non usarle per mettere in atto “strategie” alla Cossiga che mettono a rischio sia le forze dell’ordine che i manifestanti e le loro buone ragioni. Ma si sa, siamo in Italia dove nulla è ciò che sembra.  

  3. Icidinet

    Ero alla manifestazione. Non ho assolutamente partecipato alle violenze, anche perché sono rimasto tagliato fuori dal resto delle manifestazione che era entrata in piazza San Giovanni, dove la piazza era stracolma. Si sono svolti lì la maggior parte degli scontri, mentre da via Emanuele Filiberto potevano vedere solo i fuochi di artificio ed il fumo. Tornato a casa ho assistito ai soliti talk show idioti. Sono stati intervistati alcuni partecipanti, che potevano parlare solo a titolo personale e che non hanno parlato in modo adeguato. Sono stati a scusarsi, sulla difensiva, quando dovevano essere all’offensiva e rivendicare i motivi della manifestazione. Erano “criminali” quelli che hanno scatenato la violenza? Può darsi. Ma chi più criminale di Alemanno, ad esempio, che oggi invoca quella severità che non è stata applicata su di lui: non lo avremmo oggi avuto sindaco di Roma… I “violenti” quanti erano? Centinaia? Migliaia? Vi erano infiltrati della polizia? Non lo so. Ma tecnicamente a quanti vogliono dare la responsabilità della violenza a “Tutti” i partecipanti, chiedo: e se tutti i 100, 200 o 300 quanti eravamo avessimo fatto le stesse cose dei “criminali” cosa sarebbe successo? Se poche centinaia hanno tenuto testa alla polizia, cosa avrebbero potuto fare centinaia di migliaia? No! Io posso rispondere della mia condotta, ma non mi si può chiedere di condannare ragazzi di 20 anni, forse al colmo della disperarazione. Mi riesce più facile condannare i politici che li hanno portati a quella disperazione.