Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | April 20, 2024

Scroll to top

Top

#qualefuturo - Tassazione e giovani, nell'economia di Monti - Diritto di critica

#qualefuturo – Tassazione e giovani, nell’economia di Monti

Monti prepara gli interventi cardine del “new deal” italiano partendo dal fisco. E’ ormai sicuro il ritorno dell’imposta sulla prima casa, ampiamente anticipato nei giorni scorsi, a cui dovrebbero affiancarsi gli sgravi su Irpef e Irap. In programma anche l’aumento dell’Iva, da passare al 22 o 23%.

Ridistribuire la pressione fiscale. L’idea di fondo del governo è una redistribuzione del carico fiscale dai redditi ai patrimoni: le famiglie pagheranno dazio in base al valore catastale dell’abitazione, mentre vedranno scendere la tassazione da reddito da lavoro e da incassi d’azienda. L’0perazione è costosa e non senza ombre: l’80% delle famiglie italiane possiede la casa in cui vive, spesso sostenendo un mutuo per l’acquisto. Alla Uil hanno fatto un pò di conti: per le abitazioni A/2 si tratterà di una spesa media per nucleo familiare di 140 euro, per le più modeste A/3 di 85 euro l’anno.

“Giovani, fuori da casa!”. Il governo spera, in questo modo, di incoraggiare i giovani a lasciare casa per un’abitazione in affitto e per rischiare in un’attività lavorativa nuova. Il carico fiscale diminuisce per chi va a vivere in affitto, con l’Irpef diminuita per i primi due scaglioni di un punto percentuale (al 22 e al 26%).

Ma attenti all’IVA. Ma il grande rischio arriva dai consumi. Aumentare ancora l’Iva – già ritoccata ad agosto dal precedente governo – deprimerà i consumi: la gente comprerà meno mentre l’inflazione continuerà a crescere. I dati di ottobre la danno a +3,2% rispetto all’anno scorso, in crescita. Gli scontrini più salati significano 6,3 miliardi di euro sulle tasche di 25 milioni di famiglie, e colpiscono con maggior violenza i redditi più bassi.

Alla fine dei giochi, il fisco avrà guadagnato (forse) 16 miliardi di euro: le famiglie avranno speso in media 483 euro ( con una nuova Ici al 6,6%). Forse è l’ultima spiaggia, ma certo non è indolore.

Comments

  1. Vale

    L’aumento dell’IVA è una delle vigliaccate peggiori che si possano fare agli onesti contribuenti italiani.
    L’IVA è iniqua anche solo all’1%, alla luce di uno stipendio già tassato alla fonte.
    Diverso discorso si potrebbe fare nell’eventualità di uno stipendio lordo percepito integralmente, a “completa disposizione” del contribuente, ma così non è.

    Notare che il meraviglioso Stato italiano sfata anche il discorso “l’IVA aziendale si recupera”, limitando la compensazione orizzontale dei crediti IVA (già pagati ai vampiri), utilizzati per “risparmiare” su altri tributi…credito peraltro non risibile in alcune tipologie di attività che anzi accumulano facilmente decine di migliaia di euro di questa amabile imposta.

    Tutto questo per aumentare la burocrazia e impedire di lavorare serenamente a chi ogni giorno si chiede “ho fatto bene ad uscire dal letto ?”.

    Un po’ come la trovata di taglieggiare le ditte con il 30% di importo contestato in sede di ricorso contro l’Agenzia delle Entrate, con la scusa di “ci sono troppi ricorsi”.
    Fra un po’ non avremo più diritto nemmeno a un equo processo in sede civile e penale, con la scusa che “tutti fanno ricorso”.
    Hanno già iniziato mettendo a pagamento il giudice di pace, drizziamo le antenne e stiamo attenti.