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Diritto di critica | April 15, 2024

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Precari e disoccupati: lo scandalo dei sussidi mai erogati - Diritto di critica

Precari e disoccupati: lo scandalo dei sussidi mai erogati

Ricordate i sussidi per i precari che avevano perso il lavoro? Li aveva promessi il vecchio governo Berlusconi ed erano stati stanziati nel 2009 per tre anni. “Promessa mantenuta”, disse qualche ministro a Ballarò. “Noi lavoriamo per i giovani, non vogliamo che nessuno venga lasciato solo”. Si tratta di una piccola cifra: 200 euro al mese. Poco più di una presa in giro ma in tempi di crisi bisogna sapersi accontentare. Ma dopo tre anni in pochi hanno avuto modo di “accontentarsi”. I fondi destinati a questi sussidi scadono tra poco più di un mese, ma solo il 17% di quei soldi è stato utilizzato. Molte domande sono state respinte per mancanza di requisiti. Tutti falsi disoccupati? Macché, troppo restrittivi i requisiti richiesti.

Soldi stanziati e mai utilizzati. Secondo la Cgil, fino ad ottobre sono state ammesse 13.197 domande contro le 42.550 presentate, in pratica solo 1 su 3. così, dei 200 miseri milioni di euro che il governo aveva stanziato per i giovani nel triennio 2009-2011, ne sono stati distribuiti fino ad ottobre solo 34 milioni.

I co.co.co. esclusi dai sussidi. Nell’ultimo anno il sussidio medio annuo che i co.co.pro. che hanno perso il lavoro si sono ritrovati sul conto è 2.837 euro calcolato sul 30% dello stipendio percepito l’anno precedente e comunque non superiore a 4mila euro. Inoltre, la legge ha escluso, senza un motivo chiaro, i co.co.co, molti dei quali impiegati in enti pubblici.

Troppe limitazioni. Ma al di là delle storture e delle scelte illogiche, questo sussidio è stato in pratica un totale fallimento: “i requisiti richiesti erano tali da escludere la maggioranza del lavoro precario”, spiega Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, intervistato da Repubblica. La legge, infatti, consente solo ad una limitata fascia di co.co.pro. di presentare questa richiesta: in primo luogo bisogna aver percepito almeno 5mila euro l’anno precedente e solo ed esclusivamente da un singolo committente. Così chi ha guadagnato di meno si arrangia. Anzi, andrà a bussare alla porta dei genitori. A questo si aggiunge una serie di limitazioni che non trovano una spiegazione logica: bisogna aver versato almeno 3 mesi di contributi nell’anno precedente e uno in quello di corso e non si può richiedere il sussidio se non siano passati almeno 2 mesi dalla perdita del lavoro.

Difendere i giovani precari, a modo loro. Insomma, un vero e proprio slalom normativo che sembra quasi fatto a posta per per in modo che in pochissimi possano in realtà usufruire di quei soldi. Ma c’è di più. Oltre al danno anche la beffa: “Berlusconi, prima di andarsene, ha fatto in tempo a decidere che il rilancio dell’apprendistato sia coperto con un punto di contribuzione in più versato da cococo e cocopro. Lavoratori che non hanno diritto all’indennità di disoccupazione e spesso nemmeno all’una tantum: una condizione inaccettabile”, conclude Fammoni.

Comments

  1. Nanndomoris

    Foza passerà anche questa.

  2. Nanndomoris

    Promesse da marinaio.