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Diritto di critica | April 18, 2024

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Colpire gli evasori, tassando i beni - Diritto di critica

Colpire gli evasori, tassando i beni

Crescita, stabilità ed equità. Questi i capisaldi della manovra che il governo Monti si appresta a varare il 5 dicembre. L’obiettivo è recuperare subito 13-15 miliardi di euro e poi aggiungere altri provvedimenti in corso d’opera. È data ormai per scontato la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa (o una “super-Imu”), una patrimoniale “a tempo” sui beni immobili (abitazioni) ma dovrebbe interessare solo patrimoni superiori al milione di euro. A questo si aggiunge una “generosa” sforbiciata al sistema pensionistico: probabilmente il governo deciderà di innalzare l’età minima alla pensione dal 2012 a 63 anni e prevederà una crescita automatica dell’età pensionabile in base alle statistiche Istat sulla “speranza di vita”. Sempre dal 2012, secondo indiscrezioni di palazzo, tutti i lavoratori italiani passeranno al sistema contributivo “pro rata”, anche quelli che nel 1995 avevano già versato 18 anni di contributi. Così si avrà in dietro dall’Inps solo quello che è stato versato negli anni (adeguato all’inflazione), ma niente di più. Nodo non ancora risolto è quello dell’Iva. Nell’esecutivo si discute di innalzare ulteriormente l’aliquota più alta (già innalzata dal 20 al 21% qualche mese fa dal passato governo) di un altro punto percentuale.

Dalle persone alle cose. Bisogna fare presto, è vero. Ce lo chiede l’Europa e soprattutto ce lo chiedono i mercati. E per far ciò è necessario ingoiare il rospo. Tutti. Anche quelli che le tasse tendono ad evaderle. Monti non tocca le imposte sul lavoro. Ma per recuperare gettito fiscale sposta l’attenzione dalle “persone” alle “cose”. In parole povere, con la reintroduzione dell’Ici e con la patrioniale sui beni immobili di lusso, il professore di Varese vuole andare a colpire anche chi finora ha fatto “il furbo”. Infatti, in Italia nel 2010, secondo uno studio della Uil, sono state vendute 206.000 auto di lusso a un prezzo medio di 103.000 mila euro. Ma nello stesso anno solo 71.989 contribuenti italiani, pari allo 0,17% del totale, hanno dichiarato al fisco più di 200.000 euro. Qualcosa non torna. E ad avvalorare i numeri della Uil ci ha pensato un’indagine condotta da Expo Luxe. Quelli con un patrimonio dichiarato sopra un milione di euro sarebbero 250mila contro i 1.000 che risultano all’Agenzia delle Entrate. Colpire i patrimoni significa colpire tutti, evasori compresi. Ora il rischio è quello di colpire anche chi è in difficoltà. Non certo con la patrimoniale, bensì con l’Ici. Questa sarà commisurata alla rendita catastale che sarà rivista in base al valore effettivo dell’abitazione ed in città aumenterà notevolmente. Saranno gli anziani e soprattutto i giovani ad avere maggiori problemi nel pagare questa tassa. I primi perché si ritrovano con una casa rivalutata negli anni pur mantenendo un reddito basso. Per i secondi, invece, acquistare case nei grandi centri urbani rischia di divenire un lusso. Non basterà l’aiuto dei genitori nell’acquisto dell’abitazione, sarà un’impresa anche mantenerla.

Colpire i consumi, ma tagliare il costo del lavoro. Dopo aver spostato l’attenzione fiscale dalle “persone” alle “cose”, non resta che tassare i consumi. Tutti consumano, anche gli evasori. Così, l’aumento dell’Iva colpirebbe tutti. I “furbetti”, ma anche i meno abbienti. Non verrebbero toccati i beni di prima necessità ma il rischio di un aumento dei prezzi è concreto. Ciò si tradurrebbe in una diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e una conseguente contrazione del mercato interno. L’unica misura in grado di bilanciare l’aumento dell’Iva potrebbe essere un’attenuazione del cuneo fiscale (cioè della differenza del costo di un lavoratore per l’azienda e quanto il lavoratore concretamente ha in busta paga) che venga redistribuita tra lavoratore ed impresa. Ma su questo punto ancora nebbia fitta. Si parla di uno sgravio sull’Irap, ma dovremo aspettare lunedì per avere idee più chiare.

Liberalizzazioni, poche ma meglio di niente. Per il rilancio dell’economia per il 5 dicembre si prevede, oltre a questo ipotetico taglio del cuneo fiscale, un piccolo pacchetto di liberalizzazioni che riguarderanno le professioni e sugli esercizi commerciali. L’augurio è sì di far presto, ma senza dimenticare chi oggi rischia di non arrivare a fine mese e soprattutto senza dimenticare chi fino ad oggi non ha pagato per questa crisi.

Comments

  1. Stef Carb

    Sembra quasi che si dia per scontato che il possesso di beni equivalga a evasione fiscale…. sarebbe questa l’equità tanto pubblicizzata ? E la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa: meglio una patrimoniale vera, che non si limita a tassare immobili e che, mi auguro, consideri non solo i beni posseduti, ma achee eventuali debiti (come ad esempio i mutui ipotecari accesi per l’acquisto dei beni)