L'Eurozona rischia il downgrade, parola di S&P's - Diritto di critica
Standard and Poor’s ha messo sotto osservazione il merito di credito di tutti i Paesi appartenenti alla zona Euro. Il provvedimento, quindi, riguarderebbe anche i Paesi attualmente con tripla A, ovvero Germania, Francia, Finlandia, Austria, Paesi Bassi e Lussemburgo, ora tutti a rischio downgrade. Unico Paese non toccato da S&P’s pare essere la Grecia, che tuttavia è solo un gradino sopra la D di default.
L’eventuale downgrade potrebbe arrivare nei prossimi giorni e non nei prossimi mesi, afferma S&P. Si tratterebbe di un downgrade di un notch per i sei Paesi sopracitati, e di ben due gradini per tutti gli altri.
I rumors circa questo creditwatch hanno cominciato a diffondersi nelle scorse ore e rilanciati dal Wall Street Journal, in seguito ai quali l‘euro ha segnato un ribasso di oltre tre quarti di centesimo contro il dollaro intorno a quota 1,338.
L’abbassamento dell’outlook è il risultato del rischio di contagio dell’Eurozona, i cui Paesi sono sulla stessa barca chiamata Euro: o si salveranno tutti o non si salverà nessuno, neppure la Germania, che pochi giorni fa ha visto un’asta dei suoi titoli di Stato, i più sicuri d’Europa, andare semideserta, mentre nel corso del weekend si sono sparse voci circa la possibile implosione della seconda banca tedesca, Commerzbank, già parzialmente salvata dallo Stato negli anni scorsi e che rischia di finire a pesare sulle sempre più traballanti finanze tedesche.
Nei prossimi giorni l’Europa sarà chiamata a salvare se stessa durante alcuni meeting di modifica dei trattati, che potrebbero modificare i poteri della BCE, banca centrale con poteri limitati e spingere verso un’Unione Fiscale Europea e, in ultima analisi, agli Eurobond. Come dire: non esistono più i PIIGS, non esistono più i singoli Paesi, esiste solo un’Europa che ha bisogno di riforme.
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