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Diritto di critica | April 19, 2024

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Il Canada si ritira da Kyoto e sfida l'Opec - Diritto di critica

Il Canada si ritira da Kyoto e sfida l’Opec

“Per noi il Protocollo di Kyoto è il passato”. Peter Kent, ministro dell’ambiente canadese, ha le idee chiare. Il Canada vuole liberarsi dai legacci dell’accordo del 1997 ad un anno dalla scadenza, per “risparmiare” oltre 10 miliardi di euro in multe. Ma soprattutto, il Canada vuol lanciare lo sfruttamento delle sabbie bituminose: miliardi di barili di petrolio da strizzare via dalla terra, ad un costo ambientale incredibile. Roba da far infuriare anche Cina e India.

Ritiro legale da Kyoto. Il Canada può – come tutti i paesi aderenti – fare un passo indietro entro fine dicembre per non doverne pagare i costi. Eppure è l’unico ad aver “mollato”, su 184 paesi aderenti. Perché dunque uno dei paesi considerati più ecosensibili decide di uscire dal Protocollo di Kyoto – imperfetto, pieno di lacune, ma comunque unico strumento internazionale di contenimento dei cambiamenti climatici? Perché Ottawa vuol sfidare l’Opec.

La parola magica nelle orecchie di Peter Kent è “sabbie bituminose”. Una miscela di argilla, acqua, sabbia, fango e bitume, dalla quale si può ottenere petrolio grezzo. Il processo è tutt’altro che economico: per ricavare 1 barile di petrolio è necessario “strizzare” 2 tonnellate di sabbie, usando solventi e acidi estremamente aggressivi. Ma si tratta comunque di oro nero, e il Canada ha le riserve più consistenti: nel bacino del fiume Athabasca, in Alberta, se ne calcolano 1.700 miliardi di barili – più dell’Iran, quarto produttore di petrolio convenzionale dell’Opec.

Le sabbie bituminose peggio del petrolio. Estrarre greggio in questo modo è estremamente dannoso per l’ambiente. Un barile di petrolio emette, all’estrazione, 29 kg di ossido di carbonio: le sabbie bituminose ne “costano” invece 125 kg di CO2, quattro volte tantoUn documentario mostra l’impatto sul territorio: poiché le sabbie si trovano esattamente sotto le foreste boreali, andarle a prendere significa distruggere le foreste. Finora è stata rasa al suolo una superficie pari a quelle di Milano, Palermo e Firenze messe insieme. Ed è solo l’inizio.

Comments

  1. RossaFuriosa

    Dopo il Giappone ecco che anche il Canada si da delle martellate sugli zebedei….. sono solo delgi imbecilli chi pensa di rendere il proprio paese una fogna invivibile solo per non portare avanti politiche di ricerca per energie alternative…… che facciano pure poi voglio vedere dove mettono i loro fanghi schifosi….. e se i canadesi ne sono proprio proprio contenti… oro nero oro giallo tutti a leccare il c@@@ e veleni pur di ottenerli…. IDIOZIA PURA