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Diritto di critica | April 18, 2024

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Via le licenze per creare posti di lavoro e abbassare le tariffe - Diritto di critica

Via le licenze per creare posti di lavoro e abbassare le tariffe

“Se il governo liberalizzerà il nostro settore, chiuderemo”. È questo il mantra che ogni giorno sindacalisti e rappresentanti di categoria ripetono nei vari talk tv. Tassisti, avvocati, farmacisti (per ora non si sono visti i notai) queste liberalizzazioni non le vogliono. “Alcune sono utili, ma non quella che ci riguarda”, spiega Loreno Bittarelli, uno dei leader dei tassisti. Come a dire: “Sono favorevole alle liberalizzazioni, basta che non tocchino i miei interessi”. Insomma, in perfetto stile italico. Ma quello che queste categorie vogliono far passare come un’ingiustizia, in realtà non è altro che un beneficio per la comunità tutta.

Il libero mercato. Supponiamo che oggi un giovane voglia aprire un negozio di scarpe. Al di là di lungaggini burocratiche, di tasse e affini, lo può fare liberamente. Se nel raggio di vari chilometri non ha negozi concorrenti, potrà applicare un certo prezzo, riuscendo ad intascare anche un margine di profitto. Se invece si ritrova in una zona urbana dove gran parte dei negozi vendono scarpe, per entrare nel mercato dovrà fare un prezzo concorrenziale, in pratica uguale o minore al prezzo medio che gli altri negozi applicano. Il suo ingresso nel mercato porterà ad una riduzione delle quote di mercato degli altri: le fette della torta divengono più piccole. Se riuscirà ad abbattere alcuni costi e avrà una gestione intelligente del proprio negozio, conquisterà fette grandi, altrimenti rischierà di soccombere. Viceversa ciò può accadere agli altri negozianti che erano sul mercato da prima. Quale vantaggio per i consumatori? Un servizio migliore e prezzi più bassi.

L’oligopolio delle licenze. Se invece un giovane vuole fare il tassista o vuole aprire una farmacia o uno studio notarile, si ritrova di fronte ad un muro: la licenza. In Italia sono a numero chiuso. Ogni città ha un predeterminato numero di tassisti, farmacie e notai. Non ci possono essere deroghe. Così, per fare i tassista bisogna comprarsi una licenza da altri tassisti, che può arrivare a costare nelle grandi città circa 200mila euro. In pratica come una casa di 40 mq nella periferia romana. Per far ciò nella stragrande maggioranza dei casi bisogna chiedere un mutuo, cosa impossibile per un under 30 disoccupato. Va molto peggio a chi decide di voler aprire una farmacia: le licenze hanno un valore che può raggiungere anche il milione di euro. Mentre per i notai è meglio cercare di vincere alla lotteria. Non a caso i figli dei farmacisti continuano a fare i farmacisti e i figli dei notai faranno i notai. Queste licenze fruttano più del Superenalotto. E per gli altri non c’è speranza. Conseguenza: prezzi più alti.

Più posti di lavoro, più efficienza e prezzi più bassi. Liberalizzando le varie licenze, i guadagni di tassisti, farmacisti e notai (a patto che si liberalizzino anche le tariffe) si riducono. Questo è vero. C’è chi soccomberà, ed è altrettanto vero. Ma c’è chi avrà la possibilità di lavorare. Liberalizzando avremo più posti di lavoro e prezzi decisamente più contenuti. Un vantaggio per i disoccupati, per i giovani e per i consumatori. Uno svantaggio per pochi ed un guadagno per molti. Infatti, rimarranno sul mercato i migliori e i più efficienti: il consumatore sceglierà la cooperativa taxi che ha gli autisti più gentili, le auto più pulite e le tariffe più basse, oppure le farmacie con medicinali più economici, oppure il notaio con le tariffe più contenute. “Sì, ma gli altri soccomberanno?”. Glielo si vada a dire al giovane venditore di scarpe.

Twitter: @PaoloRibichini

Comments

  1. Luigi

    Tutto giusto, in linea di principio. Non discuto sull’argomento licenze: sfondi una porta aperta. Ma il libero mercato rimane una favoletta. Lobby, cartelli & Co. sono la realtà.

  2. Manolito1973

    Scusa,ma ti contraddici nei termini:
    1)se abbatti i costi non potrai mai avere un servizio migliore.
    2)se per un notaio od un farmacista incassare qualche “centinaia” di migliaia di euro in meno non sono uno sconvolgimento per la loro vita,per un tassista incassare qualche e dico “qualche”(4-5 mila euro)  migliaio di euro in meno,vuol dire.
    Non è come dici tu”che qualcuno soccomberà”,saranno in molti a soccombere perchè oltre certe cifre non si può scendere se non defiscalizzi la benzina dimezzi le assicurazioni ed i costi tangenziale -autostrade. Ti ritroverai come a New York,con il tassista extracomunitario che lavora 14-15 ore al giorno e dorme in macchina.Sarà una guerra tra poveri e chi saprà disconoscere la propria dignità di uomo,forse sarà il vincente.Ma mi chiedo,non possono raddoppiare gli autobus,così i mezzi e gli uomini impiegati sarebbero di più e trasporterebbero più gente ad un costo irrissorio.

    • Anonimo

      In tutta Europa i taxi sono semi-liberalizzati. E non mi pare di vedere a Parigi, Berlino o Istanbul poveri schiavi per avere prezzi più bassi. Il mercato regola tutto. I bar non hanno licenze a numero chiuso, non ce l’hanno gli imbianchini o gli idraulici. Schiavi anche questi? Suvvia, un po’ di realismo

  3. Rikiwebpage

    Dimentichiamo un particolare. Questi le licenze le hanno comprate a caro prezzo. Non possiamo pretendere che sti soldi vengano buttati via. Sarebbe come rubargli la casa. Se lo Stato vuole togliere le licenze deve ripagarle a chi le detiene al prezzo corrente di mercato.
    Secondo, prezzi piu’ bassi significa, come la solito, sfruttamento di lavoro precario e malpagato da qualche grossa impresa e morte dei tassisti per come li conosciamo. Siamo davvero sicuri di volerlo? Schiavi moderni per permetterci di andare in giro in taxi spendendo meno? Schiavi cinesi a volte minorenni per andare in giro con la borsa gucci tarocca.
    Ormai il cervello e’ andato fuori di moda. Girano modelli taroccati, forse prodotti in Cina a basso costo. ha delocalizzato anche il Padreterno

    • Anonimo

      Riki, in tutta Europa i taxi sono semi-liberalizzati. E non mi pare di vedere a Parigi, Berlino o Istanbul poveri schiavi per avere prezzi più bassi. Il mercato regola tutto. I bar non hanno licenze a numero chiuso, non ce l’hanno gli imbianchini o gli idraulici. Schiavi anche questi? Suvvia, un po’ di realismo

  4. Orru A

    Più semplicemente ancora: la concorrenza deve diventare un diritto, per chi opera e vuole mettere qualità nel suo lavoro e per il consumatore finale. Non è sempre il prezzo a determinare la scelta, a volte è il modo, l’atteggiamento, il servizio…