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Diritto di critica | March 27, 2024

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Ancora rivelazioni sul crac Parmalat, indagati undici giocatori del Parma - Diritto di critica

Ancora rivelazioni sul crac Parmalat, indagati undici giocatori del Parma

La storia infinita di uno dei crac finanziari più sconvolgenti del nostro Paese, quello della Parmalat, rischia di arricchirsi di un’altra brutta pagina. A scriverla potrebbero essere i protagonisti dell’epoca d’oro del calcio emiliano, i giocatori più rappresentativi di quel Parma che negli anni Novanta ha toccato il tetto dell’Europa, partendo, così come il suo patron, dal nulla.

Il reato ipotizzato dalla Procura è quello di concorso in bancarotta finalizzata alla distrazione: undici calciatori avrebbero percepito soldi extra da parte di Calisto Tanzi e del suo direttore commerciale Domenico Barili, contribuendo a dissimulare il denaro appartenente alla Parmalat, per un totale di quasi dieci milioni di euro.

Le indagini sono solo all’inizio, ma nei registri spuntano nomi eccellenti, grandi sportivi che hanno fatto sognare Parma e non solo: Veron, Crespo, Stoichkov, Crippa, Brolin, Thuram, Minotti; e ancora Apolloni, Asprilla, Enrico Chiesa e Dino Baggio. Nomi che evocano tempi d’oro, prima che Tanzi e le sue società cadessero nella polvere.

Il re spodestato dell’imprenditoria emiliana sta scontando in carcere le condanne per bancarotta fraudolenta (18 anni) e aggiotaggio (il Tribunale di Milano gli ha inflitto 10 anni, poi ridotti a 8 dalla Cassazione). I suoi pupilli sportivi dovranno ora difendersi dall’accusa di aver preso parte alle intricate manovre per mascherare l’enorme voragine di debiti contratti dalla Parmalat s.p.a.

Secondo gli inquirenti i soldi arrivavano ai calciatori sotto forma di fittizi contratti di promozione dei prodotti alimentari dell’azienda, ai quali seguivano emissioni di fatture false e il loro pagamento con denaro proveniente dalla Parmalat stessa, senza nessuna controprestazione. Le sponsorizzazioni fasulle, tutte firmate dal direttore commerciale Barili, sarebbero avvenute nel periodo tra il 1992 e il 2003, anno dello scandalo finanziario e dell’arresto di Tanzi. Sarebbe stato lo stesso patron a ordinare il versamento del denaro con questo sistema.

L’argentino Veron avrebbe ricevuto l’equivalente di oltre cinque milioni di euro, Asprilla più di quattro, due milioni e mezzo per Dino Baggio e due per Crespo, e così via, fino ai 163 mila di Crippa.

Ma nel mirino della Procura ci sono anche altre transazioni illecite di denaro, riguardanti la compravendita degli atleti da o verso altre società sportive.

Il caso più eclatante è quello dell’italo-brasiliano Amauri: l’attaccante nel lontano 2001 venne svincolato dal Napoli, quindi in teoria era sul mercato a costo zero. Si ipotizza però un pagamento di ben tre milioni e mezzo di euro da parte della società gialloblu a favore della “Harold McKenzie consulting Ltd”, un’azienda di consulenza, per l’acquisto del giocatore. In questo caso finiranno probabilmente sotto indagine anche l’ex responsabile dell’area tecnica del Parma f.c., Enrico Fedele, e l’allora procuratore di Amauri, Mariano Grimaldi.

Nei prossimi giorni si avrà un quadro più chiaro di quella che, all’interno della triste vicenda giudiziaria della Parmalat, sembra una matassa ancora da sbrogliare.