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Diritto di critica | April 15, 2024

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Napolitano offre asilo ai migranti, ma Lampedusa è sola - Diritto di critica

Napolitano offre asilo ai migranti, ma Lampedusa è sola

Lampedusa aspetta. Dopo le 5 vittime del gommone giunto ieri sull’isola, è questione di tempo: il mare è di nuovo favorevole, altre barche arriveranno. Il Presidente Napolitano rilancia la necessità di dare asilo a chi ne ha diritto, nel rispetto della legge. Parole vuote, se sull’isola il Centro di accoglienza è chiuso e non si riesce a garantire l’assistenza umanitaria ai migranti.

“Quando sbarcano disperati e noi ci troviamo di fronte persone che hanno titolo a chiedere l’asilo – spiega la massima carica dello Stato – bisogna fare accertamenti, rapidi, seri e anche severi e non c’è dubbio che bisogna dare lo status di rifugiato a chi ne ha titolo“. Ha naturalmente ragione, il Presidente. Nel rispetto della legge (per quanto possa non piacere, la Bossi-Fini resta in vigore ancor oggi), l’Italia deve poter accogliere chi ne ha diritto e deve poter respingere chi non ne ha: braccia aperte a chi scappa da guerra o persecuzione, ma paletti precisi per chi migra per motivi economici. Per il Presidente, nuove braccia servono, ma solo attraverso canali “legali” di immigrazione.

Peccato che, legge o non legge, l’Italia i migranti non riesce ad accoglierli. In primo luogo a Lampedusa, e non per colpa dei lampedusani. Sull’isola la gente si arrabatta come può, si allestisce in fretta un dormitorio di fortuna quando arrivano i barconi carichi di disperati. Ma il Centro di Accoglienza, con i suoi 900 posti letto  e strutture igienico-sanitarie adeguate, è inagibile. E’ stato chiuso in settembre, dopo l’incendio appiccato per protesta al padiglione dormitorio da un gruppo di migranti tunisini che stavano per essere rispediti in patria. Da allora, si sono susseguite le visite di alte cariche dello Stato a Lampedusa, ivi compreso il ministro dell’Interno Cancellieri, ma nulla è cambiato.

Il centro di accoglienza resta chiuso. Le case usate lo scorso anno per far fronte all’emergenza umanitaria (circa 50mila migranti in pochi mesi) sono diroccate e inutilizzabili. L’isola è anche stata dichiarata “porto non sicuro” per impedire alle navi l’attracco: divieto rimasto lettera morta, ma permane, e rischia di rallentare le operazioni di soccorso quando il flusso aumenterà. Mancano le risorse per assicurare ai migranti un’assistenza sanitaria e umanitaria adeguata: per non parlare poi di quella legale, che dovrebbe aiutare gli immigrati a fare richiesta d’asilo o di protezione sussidiaria.

Leggendo i dati del 2011, non c’è molto da stare allegri. Su 25mila richieste di asilo, solo 2mila hanno ottenuto lo status di rifugiato, più altri 8mila permessi umanitari e sussidiari: il 44% delle domande è stato respinto.

Lampedusa resta in attesa. I migranti sbarcano come ogni anno, con regolarità. L’emergenza è questione di numeri e di mass media, non ha nulla a che vedere con la quotidianità dei lampedusani. Loro accolgono chi arriva, si barcamenano come possono. Da soli, da sempre.