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Diritto di critica | April 19, 2024

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Emilio Fede licenziato. Si conclude così la parabola berlusconiana - Diritto di critica

Emilio Fede licenziato. Si conclude così la parabola berlusconiana

È il simbolo della parabola berlusconiana. Ha costruito l’informazione sulle reti del Biscione. Oggi che il Cavaliere è uscito dalla scena per Emilio Fede non c’è più motivo di rimanere a Mediaset, azienda alla quale ha dato tutto e dalla quale ha ricevuto molto. Ma tutto quello che ha un inizio ha anche presto o tardi una fine. E ad 81 anni a giugno, è giunto anche per il “direttore” il momento di andare in pensione.

Fede licenziato. Fede è stato licenziato dopo che si era cercato, senza successo, un accordo per una risoluzione consensuale del contratto. Così lascia la direzione del Tg4, un telegiornale plasmato intorno a lui dove non importava che le notizie fossero di qualche giorno prima. Contavano solo le sue parole, i suoi discorsi, le sue invettive. Quel detto, non detto che rendeva quel telegiornale una rappresentazione quasi teatrale di un monologo lungo 19 anni.

I fasti dei primi anni a Mediaset. Giunge a Mediaset nel 1991. In Rai non erano abituati ad avere una concorrenza così agguerrita. Così, Fede rifila subito ai suoi ex colleghi della tv pubblica due perle che molti ancora oggi ricordano. Alla guida di Studio Aperto, sarà il primo ad annunciare l’inizio della guerra del Golfo e poi l’abbattimento del Tornado di Cocciolone e Bellini nel deserto iracheno.

Il tg a sua immagine e somiglianza. Poi nel 1993 passa a dirigere il nuovo telegiornale su Rete 4. Il tiggì viene plasmato completamente intorno alla sua figura. Nel tempo sparisce la scenografia alle sue spalle. Solo un enorme schermo dove passano immagini di qualsiasi tipo e lui, lì davanti, a difendere Berlusconi. Così passano gli anni e il Tg4 invecchia con lui. Memorabili gli insulti rivolti a Saviano, le litigate a distanza con il disturbatore tv Gabriele Paolini, le invettive contro Prodi e la difesa a spada tratta di Rete 4 di fronte alle legittime richieste di Europa 7 per l’utilizzo delle frequenze terrestri.

La metamorfosi del cronista diventato supporter. Negli anni il cronista di razza si è trasformato nel primo supporter del Cavaliere, fino a divenire macchietta di se stesso. Peccato solo finire la propria carriera così. Licenziato e con accuse pesanti da parte della magistratura: sfruttamento della prostituzione nel caso Ruby e di aver tentato di portare in Svizzera 2,5 milioni di euro in contanti. Lui si difende: “hanno inventato tutto per cacciarmi dal Tg4”. Ma oggi il “capo” non ha più bisogno di lui. Poteva ritirarsi un anno fa quando lo stesso Berlusconi gli aveva fatto capire che era giunto il momento. Lo fa ora defenestrato dall’azienda che ha contribuito a creare. chissà che non finisca il prossimo anno in Parlamento.