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Diritto di critica | April 20, 2024

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I conti segreti della vendita di Acea, Legambiente: "Ecco i soldi per la metro C" - Diritto di critica

I conti segreti della vendita di Acea, Legambiente: “Ecco i soldi per la metro C”

Da un lato le accuse di svendita da parte dell’opposizione in Campidoglio e non solo, specie in un momento in cui il titolo è al minimo storico (4,4 euro, rispetto ai 12,37 del 2008), dall’altro la richiesta di “prestare particolare attenzione” alla vicenda, richiesta avanzata dall’entourage di Alemanno. In mezzo il rapporto di Legambiente Lazio, che desta qualche ombra sul futuro di una delle aziende più importanti del panorama capitolino e nazionale.

“Conti alla mano – afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio –, è ancora più pazzesco proporre di vendere Acea in sostanza per pagare la metro C. Non solo Alemanno vuole fare carta straccia del referendum e dell’espressione chiara di milioni di cittadini, ma contrapporre l’acqua con un’opera fondamentale del trasporto pubblico, che tre quarti dei proventi dell’alienazione Acea andrebbero a finire là”.

Si muovono, intanto, i gruppi organizzati (Coordinamento Acqua Pubblica) e il 5 maggio è previsto un corteo che dovrebbe concludersi sotto al Campidoglio. Alemanno, però, potrebbe non concedere la piazza. Martedì scorso alcuni consiglieri comunali del Pd hanno incatenato il nasone di piazza del Pantheon’, una delle fontanelle simbolo della città che, con la privatizzazione, potrebbe scomparire. Legambiente, spulciando i dati sul Bilancio del Comune di Roma, ha scoperto quali saranno le cifre, ricavate dalla vendita del 21% di Acea, destinate a restauri, manutenzioni e finanziamenti per opere della città. “L’acqua non si tocca – denuncia Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio –; la privatizzazione di Acea non darà nessuna spinta all’economia e gli utili comunali sarebbero destinati a coprire la malagestione di questi anni. I soldi per gli interventi potrebbero essere risparmiati in altri settori”.

Getta acqua sul fuoco il presidente della commissione Bilancio di Roma Capitale Federico Guidi: “La dismissione – è quanto scrive in una nota – sarà attuata in maniera trasparente e responsabile, che darà il via a un’operazione in grado di attirare nuovi capitali, senza intaccare l’interesse pubblico in un’azienda fondamentale per la nostra città”. L’opposizione in Campidoglio è sul piede di guerra: “E’ sconcertante – precisa il vicepresidente della Cultura e Sport in quota Pd, Giulio Pelonzi – che la vendita del 21% della partecipazione di Roma Capitale in Acea avvenga non attraverso una discussione pubblica in Aula Giulio Cesare e, quindi, con apposita Delibera votata dall’Assemblea Capitolina, ma attraverso due articoli, il 15 e 16 del dispositivo della proposta di Delibera n.32”.

Prevista, poi, una mozione della Provincia tesa ad avviare ogni iniziativa utile affinché l’Acea resti una società a prevalente capitale pubblico. A presentarla il Partito Democratico, il quale si dice disposto a riproporre un referendum popolare per abrogare la “delibera-truffa”. L’Udc, inizialmente divisa, si è ricompattata nella protesta: “La vendita di Acea – ammette il capogruppo Onorato – è prevista da una legge nazionale, ma abbiamo forti dubbi sulla celerità imposta dal sindaco. Voteremo contro una proposta oggettivamente sbagliata (già presentati 25mila emendamenti insieme all’Api), che comprende la costituzione della holding, una scatola vuota e inutile, che non porterebbe alcun vero risparmio”.