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Diritto di critica | March 29, 2024

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La Grecia si salva, la Merkel no

La Grecia si salva, la Merkel no

Atene non vuole uscire dall’euro. Un sondaggio Ipsos inglese parla chiaro: 6 cittadini greci su 10 vogliono mantenere la moneta unica. Conoscono il prezzo da pagare, ma capiscono che fuori dall’euro sarebbe peggio. Cosa su cui italiani e tedeschi sono più scettici. L’Europa è più forte di quel che i media raccontano, sa scegliere e resistere: ma la politica solo-austerità di Angela Merkel, quella no, non potrà salvarsi dal voto del 17 giugno.

I numeri a volte sfatano i miti. Quasi il 67% dei cittadini greci voterebbe per l’euro, in caso di referendum contro la dracma. Sono ben più dello striminzito 57% che accomuna Italia e Germania, per dire, dove gli euroscettici sono 2 su cinque. Se il sondaggio Ipsos è veritiero, significa che il voto greco del 17 giugno non sancirà la fine dell’euro o l’uscita di Atene dalla moneta unica. La scelta degli elettori sarà sofferta, ma comunque netta: 3 su quattro daranno il loro sì a chi sostiene l’euro, e chiederanno un governo forte in grado di garantirlo. Le probabilità che vinca il centrodestra europeista di Nea Demokratia sono alte.

Anche gli europei lo sanno. Dietro le mille minacce (velate o meno) dei leader dell’eurozona c’è la consapevolezza che tutto finirà bene. I famosi piani “trapelati” sulle contromisure da adottare in caso di dipartita di Atene sono tutto sommato assurdi: non ci si può preparare davvero. In realtà, i governi hanno preparato dei piani di liquidità per scongiurare eventuali ondate speculative delle borse, all’indomani del voto greco. Se infatti vince l’austerità, chi scommette sul fallimento europeo si lancerà subito su Spagna, Portogallo e (ahinoi) Italia. Serve liquidità pronta per sedare le convulsioni del mercato.

La Merkel è però arrivata a fine corsa. Ha incarnato la faccia peggiore dell’austerità – quella che smorza ogni spinta alla crescita, e che difende i “conti” per proteggere interessi bancari di parte. Ha spesso osteggiato, nella sua azione, la libertà dei paesi membri di scegliere la propria politica economica (o anche solo eleggere il proprio governo), minacciando di ritorsioni economiche chi sgarra. L’Europa non può reggersi a lungo così. Non può essere un paese da 800 milioni di abitanti con una testa centrale e periferie suddite. Solo rafforzando il diritto alla scelta (democraticamente espressa) dei singoli membri, l’Euro potrà sopravvivere alla tempesta finanziaria perfetta. Angela Merkel, che incarna la negazione stessa di questo principio, non ce la farà.