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Diritto di critica | April 19, 2024

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Antonis Samaras, primo ministro ‘‘aristocratico’’ chiamato a risollevare la Grecia - Diritto di critica

Antonis Samaras, primo ministro ‘‘aristocratico’’ chiamato a risollevare la Grecia

La peggior recessione degli ultimi 50 anni in Grecia. Dopo sei settimane di limbo politico, le urne hanno decretato la vicinanza dell’uscente coalizione all’Europa. Antonis Samaras guiderà un fronte politico formato dal suo partito conservatore Nuova Democrazia”, il potente “PASOK” (al governo per 21 degli ultimi 30 anni) e la sinistra democratica (un piccolo partito che ha raccolto il 6% dei voti). La maggioranza politica è stata raggiunta attraverso l’alleanza dei due partiti forti (Nuova Democrazia 29% e 129 seggi, PASOK 13% e 33 seggi), anche se il partito del nuovo premier aveva conquistato meno seggi della coalizione di sinistra Syriza, prima di vedersi assegnare 50 posti in più per aver trionfato nel voto popolare.

PASOK e Nuova Democrazia fanno parte della vecchia guardia del paese. Hanno governato negli ultimi 38 anni e non sono pochi i greci che attribuiscono alla politica dissennata di questi partiti le cause della bancarotta. Samaras mercoledì scorso, nel suo discorso d’insediamento, ha parlato di “guarigione per una nazione ferita”, ma è considerato una figura capace di dividere più che di unire, nella politica greca. Il premier greco, 61 anni, proviene da una ricca famiglia di mercanti greci di Alessandria, in Egitto. Ha frequentato l’esclusivo “Athens College”, dove vengono “forgiati” gran parte dei leader politici della Grecia. Dopo aver studiato alla Harvard Business School, Samaras è stato eletto parlamentare all’età di 26 anni nelle file di Nuova Democrazia. L’ex primo ministro Costantino Mitsotakis lo nominò ministro delle finanze nel 1989 e ministro degli Esteri nello stesso anno. E proprio come ministro degli Esteri è ricordato per la polemica con l’ex repubblica jugoslava della Macedonia, accusata di aver utilizzato un nome greco. E l’intransigenza su tale questione, costò a Samaras l’isolamento all’interno del partito, che lasciò nel 1992.

Tra il 2010 e il 2011, i leader europei condannarono la sua stridente opposizione alle misure di austerità adottate dal governo PASOK, guidato da George Papandreou. Dopo l’elezione a primo ministro di Lucas Papademos, nel novembre del 2011, Samaras votò a favore di un secondo pacchetto di salvataggio più stringente. Ora, l’Europa è, sostanzialmente, sollevata per la sua elezione, visto che l’alternativa sarebbe stato Syriza. Un partito anti-austerity, a soli tre punti percentuali nelle ultime elezioni dietro a Nuova Democrazia, che ha respinto le dure condizioni imposte dall’Europa con miliardi di prestiti internazionali. Il leader di partito Alexis Tsipras ha più volte sostenuto che le misure di austerity avrebbero l’effetto di distruggere l’economia greca, visto che il paese non potrebbe mai restituire i prestiti concessi. Anche se perdente, Syriza ha influenzato il dibattito politico e alcuni leader europei, eccetto la Merkel che non vuole trattare, starebbero pensando di rinegoziare i termini di salvataggio.

Attualmente, la disoccupazione nel paese è al 22,6%, decine di migliaia di aziende hanno chiuso e i redditi delle famiglie si sono ridotti di ben il 50%. Samaras è riuscito a trionfare perché rappresenta una figura carismatica, affidabile ed europeista. Syriza rappresenta un’alternativa, ma ancora non verificata, che include, inoltre, marxisti irriducibili ed euro-socialisti moderati. Samaras potrebbe aver vinto anche sfruttando la paura dei greci per un’eventuale uscita dalla zona Euro.

Il premier dovrà reclutare nel suo governo le persone più qualificate, resistendo alla tentazione di “riciclare” politicanti. Anche se è uno stridente di destra, Samaras dovrà cercare di ricostituire un “centro politico” in un paese dove circa 400mila persone hanno votato per il partito di estrema destra Golden Dawn”, conosciuto per la violenta politica di anti-immigrazione e per i saluti nazisti. Sarà un compito arduo, anche perché i precedenti storici non favoriscono Samaras. Nei due governi di coalizione, successivi alla “dittatura dei colonnelli”, nel 1974, entrambi hanno avuto vita breve, sei mesi ciascuno.