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Diritto di critica | April 18, 2024

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Ecco perché la Merkel non si fida di noi

Ecco perché la Merkel non si fida di noi

Credibilità. Questa sconosciuta. Questo è uno dei principali problemi dell’Italia al di fuori dei suoi confini. Un problema che non riguarda solo i nostri emigrati o chi per un periodo deve abbandonare la patria terra per motivi di lavoro. Si tratta di una questione che investe il Paese intero e che ha seri riflessi economico-finanziari.

Spread e l’indice di credibilità. Sulla credibilità si basa lo spread. Questo, nei fatti, è l’indice dell’affidabilità del nostro Paese nella capacità di ripagare un debito. Un paese credibile non soffre la speculazione internazionale, grosso o piccolo che sia, che abbia o meno un debito pubblico consistente. Il Giappone ne è un esempio: pur avendo il debito pubblico del 225% del Pil, non soffre gli speculatori finanziari. Il motivo è semplice: il debito pubblico – loro – sono in grado di ripagarlo. E poco c’entra il fatto che i giapponesi siano in grado di stampare eventualmente moneta per ripagarlo. Nonostante la lunga crisi che investe il Paese da decenni, il governo di Tokyo può di fatto innalzare la tassazione (oggi piuttosto bassa) per sostituire l’emissione di debito pubblico.

La paura della Merkel per le forze anti-rigore. Sempre sulla credibilità si vince la sfida europea. L’Italia ne ha veramente poca. La Merkel ha totale fiducia in Monti. Come l’hanno tutti i paesi virtuosi del nord Europa, a partire dai governi di Olanda e Finlandia. Ma non si fidano di noi come italiani. Sanno bene che il professore non siederà a Palazzo Chigi per sempre e fanno paura le derive anti-europeiste di Grillo e Berlusconi. Sì, perché Grillo e Berlusconi sono l’immagine dell’Italia all’estero. Se da una parte c’è Monti e la coalizione dei responsabili, dall’altra c’è chi paventa l’uscita dell’Italia dall’Eurozona o addirittura il default pilotato. E, poiché M5S e Pdl raccolgono – secondo i sondaggi – circa il 40% delle preferenze, i giornali stranieri ne parlano eccome. Raccontano che in Italia esiste questa deriva anti-europeista che mette seriamente a repentaglio l’affidabilità del Paese nel medio-lungo periodo. Il timore di Merkel & co. è legato al fatto che un Parlamento fortemente condizionato da forze anti-europeiste dia vita ad un esecutivo che possa rinnegare il rigore montiano.

Una sinistra con lacrime ma senza sangue. Ma anche una vittoria della sinistra mette in apprensione le cancellerie del nord Europa. Infatti, non ci sono solo Sel e Idv con una posizione critica nei confronti di Monti. Anche all’interno del Pd ci sono forze decisamente contrarie alla politica di rigore del professore. Così, niente Eurobond. Cosa succederebbe se dopo aver dato il via libera ai titoli di debito europei, l’Italia venisse meno agli impegni presi e riprenda una politica di sprechi e di spesa pubblica fuori controllo? La Merkel cederà solo quando i paesi avranno rinunciato alla propria sovranità sulla politica di bilancio. Dare all’Europa il potere di controllo sulla spesa di ogni singolo paese. Ma, per ora, c’è il problema Hollande. Il presidente francese non ha intenzione di rinunciare a quote di sovranità.

Un Parlamento (in)credibile. Intanto in Parlamento si discute di vacanze e di una riforma della legge elettorale che non arriverà mai. Non basta un governo di tecnici per riacquisire credibilità. Il cambiamento deve essere ben più profondo. Gli altri ci guardano. E soprattutto guardano chi da noi fa politica e crede che ciò che dice rimanga tra le mura di una stanza.

Twitter: @PaoloRibichini