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Diritto di critica | April 25, 2024

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Il flop dello sciopero europeo, gli scontri oscurano la crisi

Come ogni autunno è riesplosa la violenza. Città messe a ferro e a fuoco: scontri con la polizia, atti vandalici. Ogni anno si ripete il solito triste copione. Un copione obsoleto che – come in Grecia – non ha nulla a che fare con la protesta. anzi, la protesta da tutto questo perde la sua forza, annega nelle immagini degli scontri, dei cassonetti incendiati, delle auto distrutte.

In piazza l’Europa dei Popoli. Poteva essere un momento importante per l’Europa. Forse in parte lo è stato, ma non in Italia. I sindacati del continente sono – per la prima volta assoluta – scesi in piazza contemporaneamente per protestare contro la crisi e contro le politiche di austerità. Al di là del giudizio sulle rivendicazioni portate sulla strada, è stato il primo atto di un percorso di unificazione europea che non parte – come è successo in passato – dall’alto, bensì dalla gente e dai lavoratori. Un’Europa dei popoli che alza la testa di fronte ad una Ue percepita troppe volte poco democratica ed eccessivamente tecnocrate.

La solita guerriglia, i soliti noti. Ma questo momento, unico nel vecchio continente, è stato rovinato dai soliti noti. Ultrà, anarchici, centri sociali e qualche figlio di papà che gioca a fare la rivoluzione. Basta dare uno sguardo all’elenco di quelli che vengono fermati e condotti in Questura. Di lavoratori e studenti non se ne ha quasi mai traccia. Perché queste violenze non sono generate dalla lotta di classe o dalla disperazione. Piuttosto sono lo sfogatoio per gruppi di violenti che vivono ai margini della società.

La violenza sconfigge la protesta. Così la festa è stata rovinata. La protesta pacifica è passata in secondo piano. Hanno vinto loro, come ogni autunno “caldo” che si rispetti. E hanno vinto anche quei poliziotti che, invece, di contenere la violenza, usano il manganello per sfogare le loro frustrazioni. Insomma, il solito siparietto a cui siamo oramai abituati, che ha messo in secondo piano i veri problemi: il lavoro e il futuro dei giovani.

Comments

  1. Ridicoli certi “articoli”