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Diritto di critica | April 19, 2024

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Sulcis, arrivano i soldi ma non le idee

Portovesme, Carbosulcis, Alcoa, Eurallumina. Le vertenze del distretto più povero della Sardegna potrebbero risolversi rapidamente, se il “Piano per il Sulcis” firmato ieri da Passera, Barca e gli enti locali fosse effettivo. Un piano d’investimento da 451 milioni di euro, capace in teoria di rilanciare la produzione di energia pulita e la metallurgia leggera nella regione delle miniere. Ma i sindacati sono scettici: il Piano, noto da mesi, “è solo una promessa per ora”.

Contestati e contenti. Hanno deciso di rischiare la sassaiola degli operai e gli slogan dei minatori, pur di “esserci”: proprio nella miniera di Serbarius, parte del complesso minerario Carbosulcis. Uno sfondo perfetto per il ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera e il suo collega Barca del dicastero per la Coesione Territoriale, che dovevano dare un segnale “forte” sull’interessamento del Governo. Il grande sforzo dei mesi scorsi, assicurano i due ministri, è giunto ad una svolta: “questo piano rilancerà una zona troppo a lungo dimenticata e riscatterà gravi ed antichi errori”.

I soldi, in teoria, ci sono. Circa 451 milioni di euro, che dovrebbero finanziare progetti di risanamento ambientale, rilancio dell’industria metallurgica non ferrosa e di produzione elettrica eco-compatibile, con un’ammiccamento green a turismo e agro-alimentare. Un progetto ambizioso, sostenuto per metà (circa 233 milioni di euro) dalla Regione e dagli enti locali, e per metà dal Governo: da Roma arrivano infatti fondi speciali per l’imprenditoria (90 milioni) e 128 dal fondo Sviluppo e Coesione. I progetti, nel concreto, ancora non ci sono. Nel Piano si legge che “verrà indetto un concorso internazionale di idee” da applicare sul territorio. Entro un anno, che non è esattamente una “tempistica rapida”.

Quel che resta fuori. Praticamente tutte le vertenze, da Portovesme all’Eurallumina. L’Alcoa, che da settembre sta spegnendo a ritmo costante i forni di produzione, non ha ancora trovato un compratore: c’è tempo solo fino al 31 dicembre. Eurallumina e Portovesme sono praticamente due fantasmi (un porto abbandonato e un sito metallurgico senza energia): secondo il governo, il primo verrà salvato da questo afflusso di progetti e cantieri di medio e grande taglio, il secondo dalla Centrale Enel limitrofa che assicurerà “elettricità a basso costo”. Ancora da dimostrare.

Scettici, ed è dir poco. Sindacati ed operai non esultano alla notizia. “Il piano”, affermano i delegati Cisl e Cgil della Carbosulcis, “era noto da mesi”, e i soldi sono ancora lontani: per quanto il gesto della visita dei ministri sia stato “forte”, il sostegno di Roma è ancora tiepido. Soprattutto, “non ci sono risposte concrete su come mantenere in attività il sistema industriale e le vertenze aperte rimangono infatti ancora tali”: difficile negarlo. Un gruppo di lavoratori ha espresso a fine giornata la propria opinione: con una fitta grandinata di sassi e insulti contro il cordone di polizia, che copriva il rientro in elicottero di Passera e Barca. Le cariche di polizia sono continuate per mezz’ora dopo il decollo.