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Diritto di critica | April 19, 2024

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Corruzione, ormai fa parte del Sistema Paese

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“La corruzione ha assunto una natura sistemica all’interno del Paese, e pregiudica l’intera economia”. Non ha peli in bocca la Corte dei Conti nel denunciare una situazione critica: peculato, corruzione, false consulenze e assunzioni di comodo sono in aumento, ormai diventate la prassi in molti settori della vita pubblica. Colpa della “commistione tra capitali pubblici e privati” – ad esempio nelle partecipate pubbliche: ma anche di leggi deboli. Come ammette Monti: “destra ha impedito una legge anticorruzione più incisiva”.

Luigi Giampaolino, nel leggere la relazione annuale della Corte dei Conti, fa una denuncia molto chiara. Qualsiasi governo emergerà dalle elezioni non potrà ignorarla, perché “la corruzione sistemica sta pregiudicando l’intera economia”. Ogni politico dovrà farci i conti.

Un esempio numerico: i fondi comunitari europei. Le frodi connesse all’illecito uso di questi fondi (non “regalati” da Bruxelles, ma pagati dai cittadini italiani e di tutta Europa) hanno sottratto al bilancio Ue 1 miliardo di euro in 10 anni. Come? Attraverso dichiarazioni di comodo: i privati ne hanno usufruito aldilà degli scopi di destinazione, grazie ad amministrazioni locali compiacenti.

Il connubio “capitali privati – capitali pubblici”, soprattutto nelle imprese partecipate degli enti locali, è la prima fonte di illecito. Come dice il presidente della Corte dei Conti, “la sostanziale identità tra controllore e controllato” lascia spazio a fenomeni di corruzione, concussione e peculato. Pensiamo al caso di Reggio Calabria, dove l’intera giunta comunale è stata sciolta per corruzione a causa dei fondi sperperati in riparazioni inesistenti dei mezzi di trasporto locali. Oppure alla Regione Lombardia, dove le false consulenze hanno portato ad un buco di diversi milioni di euro. E nel Lazio, l’esempio migliore è quello di Fiorito – una storia ancora da chiarire fino in fondo.

Perché è così facile corrompere e passarla liscia, in Italia? Perché non ci sono leggi adeguate. Nel 1995 il governo Berlusconi cancellò il falso in bilancio: le successive leggi anticorruzione hanno evitato bene il nocciolo della questione, depenalizzando tutti i reati societari e aprendo molte scappatoie ai corruttori. Basta pensare alla concussione, smembrata in due diverse fattispecie al fine di depotenziarla (è stata concussione “forte” o “debole”? un semplice “consiglio”, o una pistola alla tempia?). La stessa legge anticorruzione votata a novembre negli ultimi scampoli del governo Monti è debole. Per ammissione dello stesso premier: “la Destra ha impedito una legge più incisiva sul tema”. In un parlamento che conta 100 inquisiti per corruzione, era difficile immaginare una buona legge anti-frodi. E infatti non c’è stata.

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