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Diritto di critica | March 29, 2024

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Bridgestone abbandona Bari, in strada 950 operai

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Dopo l’Ilva, la Puglia rischia il colpo di grazia economico. La fabbrica di pneumatici Bridgestone di Bari chiuderà entro il primo trimestre del 2014, licenziando 950 operai. Il sindaco Emiliano è già “pronto ad occupare lo stabilimento insieme ai sindacati”, perché “con la chiusura dell’impianto crolla l’intero indotto, come con l’Ilva“: due tragedie economiche che mettono sul lastrico oltre 20mila famiglie, indotto compreso. Ma dove sono i piani industriali per fermare la fuga delle aziende?

Bridgestone incolpa la crisi. Per l’azienda la crisi non lascia scelta. Il mercato dei pneumatici non è più competitivo: tra il 2011 e il 2012, la domanda di nuovi treni di gomme auto è scesa da 300 a 261 milioni (-13%), e non si prevede risalita prima del 2020. “E’ una situazione generalizzata all’intera Europa”, aggiunge il comunicato: “ormai solo la produzione di qualità per l’alta gamma (auto sportive e berline) regge sul piano economico“, e a quanto pare “l’impianto di Bari-Modugno non può produrne”. Ecco perché “la decisione è irrevocabile“: l’azienda è disposta a trattare sulla buonuscita, ma non sulla chiusura. Nota: non verranno toccati il centro tecnico di Aprilia e l’ufficio vendite di Agrate Brianza.

Azienda smentita, tensioni a Confindustria. Eppure, a sentire gli operai, il ragionamento di Bridgestone non sta in piedi. “Ora l’azienda sminuisce il nostro lavoro”, grida un operaio furioso davanti alla sede di Confindustria a Bari, luogo d’incontro tra Bridgestone, Regione Puglia, Comune e sindacati. “Invece dal 2010 siamo diventati produttori di copertoni di alta qualità (la cosiddetta prima fornitura), siamo anche stati premiati come migliori in Europa da Bmw. Proprio noi di Bari!”. La verità, secondo i sindacati, è che gli stampi e i macchinari sono già stati portati altrove: “hanno spostato le linee di produzione a Poznan, in Polonia, due mesi fa. E da allora non esce un solo copertone serio da Bari-Modugno”.

Sarebbe da guerra civile. “Se davvero dovesse chiudere questo capannone insieme all’Ilva sarebbero in mezzo a una strada 20mila persone, compreso l’indotto. E sarebbe clima da guerra civile”. Lo pensano anche il sindaco di Bari, Michele Emiliano, e Nichi Vendola, ancora governatore della Puglia. Il leader di Sel non ha dubbi: la chiusura di Bridgestone a Bari ”è la conseguenza della latitanza delle politiche industriali in questo Paese”. Emiliano è pronto ad occupare la fabbrica con gli operai, per ”scongiurare la chiusura” dello stabilimento. “Assieme a Vendola – dice – sono pronto a cominciare quest’ennesima battaglia all’ultimo sangue“.

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