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Diritto di critica | April 19, 2024

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Renzi verso la segreteria del Pd: "Ci sto riflettendo"

Renzi infiamma il PdIl giorno di Renzi si avvicina. Nonostante continui a ripetere in pubblico di essere scettico su una sua candidatura alla segreteria del Pd, il sindaco di Firenze lascia trapelare le proprie intenzioni sul futuro prossimo. La segreteria “ non è una priorità, ma ci sto riflettendo”, spiega a chi gli chiede che intenzioni avrà nel prossimo congresso del Pd.

Un percorso pianificato. Cambiano quindi le prospettive per il sindaco di Firenze. Continuerà ad aspirare a Palazzo Chigi ma, in attesa che si liberi il posto, sembra aver deciso di voler combattere la sua battaglia dall’interno e non a suon di primarie. Renzi sa bene che il ferro va battuto finché è caldo. E sa che il tempo potrebbe essere il suo peggior nemico. Intanto, però, riesce a strappare una promessa da Guglielmo Epifani, segretario pro tempore del Pd: il congresso si farà entro il 2013. Giusto in tempo per riorganizzare la corsa a Palazzo Vecchio e lasciare la guida della città toscana senza strappi e soprattutto in linea con la sua “coerenza”.

I bastoni tra le ruote. Renzi sa bene che non deve cadere nella trappola dei “sospetti” e finire intrappolato in una rete tessuta da chi teme la sua vittoria. A bloccare la sua ascesa dopo il fallimento di Bersani e la necessità di un governo di grandi intese ci ha pensato Silvio Berlusconi con la connivenza di buona parte dell’apparato del Pd: “Non lo vogliamo a Palazzo Chigi. Così, il premier è divenuto colui che, nella politica italiana, rappresenta più degli altri, quella figura di garanzia che piace a tutti e non entusiasma nessuno: Enrico Letta. Soprattutto Letta non entusiasma l’elettorato. Un vantaggio soprattutto per il Cavaliere. Tuttavia per Renzi salire a Palazzo Chigi in queste condizioni avrebbe rappresentato solo una scorciatoia rispetto alle sue ambizioni, visto che il sindaco di Firenze sogna il trionfo personale alle urne.

Il patto di non-belligeranza. Quindi, per ora Renzi potrebbe guidare il partito – nonostante solo pochi mesi fa aveva detto di non essere interessato a condurre la “ditta” bersaniana – in attesa che si liberi il posto più ambito. E, se dovesse arrivare l’ok della dirigenza, non si tratterà di una resa e nemmeno di una resa dei conti. La vecchia guardia sembra oggi maggiormente intenzionata a lasciar spazio alle nuove leve, ma non vuole strappi. Il patto quindi potrebbe essere quello di far salire Renzi al vertice del Nazareno, in cambio di un patto di non belligeranza che duri fino al 2015. Un modo, questo, per blindare Letta e allo stesso tempo cedere gradualmente il partito nelle mani dei “giovani”.

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