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Diritto di critica | April 20, 2024

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La Russia avverte: no all'attacco in Siria senza l'ok dell'Onu

Obama e PutinCome una pallina che scivola inesorabile lungo il piano inclinato, è sempre più difficile per la diplomazia internazionale riuscire ad evitare i raid in Siria da parte degli Stati Uniti. C’è il “sì” del Congresso americano, c’è la convinzione di Obama che intervenire con la forza sia l’unica strada perseguibile. Ma sulla bilancia pesa ancora il parere negativo della Russia, che assieme alla Cina sostiene l’uso della diplomazia e la necessità che ogni azione venga approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu: «L’uso della forza verso uno Stato sovrano – ha ribadito Vladimir Putin – è inammissibile per il diritto internazionale e va considerato come un atto di aggressione».

Per il presidente russo, intervistato dall’emittente televisiva sovietica Primo Canale, sarebbe consentito l’intervento solo sotto l’egida internazionale se venisse accertato, con uno studio dettagliato e profondo, l’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad. Le prove dichiarate dai vertici americani, invece, non hanno convinto Putin, come confermava qualche giorno fa il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: «Le immagini diffuse su Internet di un presunto attacco chimico alle porte di Damasco ci lasciano molti dubbi; sono tecnicamente discutibili, e non mostrano nulla di concreto». Le riprese del video in questione sono state sottoposte al giudizio di Mosca sia dagli Stati Uniti che da Gran Bretagna e Francia. Ma la stessa Lega Araba aveva diffuso un comunicato in cui precisava che «la nostra posizione di ferma condanna alle armi chimiche non significa che siamo completamente certi che il regime di Assad abbia commesso questo crimine. La responsabilità ricade però sul governo in carica, che deve proteggere i siriani».

Quella della Russia in realtà è una posizione molto delicata, rispetto alla questione Siria. Alla tv russa Putin ha precisato infatti che la fornitura dei missili S-300 destinata a Damasco non è stata interrotta, ma solo «congelata», sospesa insomma. «Mosca, inoltre – ha avvertito il capo del Cremlino – è pronta a fornire questi missili “sensibili” anche ad altri Paesi del mondo, se sulla Siria verrà violato il diritto internazionale».

Fondamentale per definire gli equilibri e stabilire le strategie diventa quindi il G20, che sta per cominciare a San Pietroburgo, e durante il quale Putin spera di «incontrare a margine del vertice il Presidente Obama». Il leader russo ha sottolineato di non vedere nessun raffreddamento tra Mosca e Washington in merito alla Siria: «I due Paesi stanno solo difendendo i propri interessi su dossier di carattere bilaterale e internazionale». Gelo o no, a San Pietroburgo gli animi saranno tutt’altro che tranquilli.

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