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Diritto di critica | April 23, 2024

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Addio a Mandela, l'uomo del sorriso

Addio a Mandela, l’uomo del sorriso

Nelson MandelaCon Nelson Mandela se n’è andato un gigante del nostro tempo, una leggenda vivente. Con lui se ne va un sogno e, allo stesso tempo, una storia vera, dolorosa e tragica, che però come nelle favole, conosce il lieto fine. E quando la favola finisce e tiri su la testa per guardare alla miseria senza speranza tutt’attorno, è impossibile non abbandonarsi alla malinconia.

Ha vinto il nemico più duro, l’apartheid. A caldo, a poche ore dalla scomparsa di Nelson Mandela, a colpire non è la cronaca delle enormi gesta di un eroe dell’umanità – almeno di quella che crede che ogni uomo sarà sempre uguale a un altro indipendentemente dal colore della pelle, dal genere e dall’orientamento sessuale, dal credo religioso o politico -, non è il “coccodrillo” pieno di grandi avvenimenti che potremo leggere ovunque su tutti i giornali o su Wikipedia, ma è il senso di una lezione. La lezione di un sognatore che – come ebbe a dire – non s’è mai arreso e alla fine ha vinto. Ha sconfitto il portato più triste del razzismo: la segregazione, l’apartheid.

L’uomo del sorriso. Mandela è stato un monumento in vita. Un uomo a cui sono riusciti a togliere ogni dignità, a cui hanno rubato la vita con tutto ciò che la rende degna del suo nome: la libertà. Eppure non gli hanno tolto il sorriso. Quello Mandela l’ha sempre avuto. Non è nato quando le cose si sono messe per il meglio e non è svanito nelle prigioni in cui è stato segregato. Forse è vero quel detto cinese che racconta di una donna che vede due cani entrare in una stanza. Il primo entra tutto contento ed esce felice scodinzolando dalla gioia, mentre il secondo entra ringhiando ed esce con la bava alla bocca. La donna incuriosita va a vedere e scopre che la stanza è tutta piena di specchi. E capisce che il cane sorridente è uscito ancora più felice perché convinto di essere attorniato da cani festosi e allegri, mentre il cane rabbioso ha creduto di vedere un branco di cani ringhiargli contro ed è uscito più inferocito di prima. Il mondo rispecchia sempre ciò che sei. Mandela e il suo sorriso hanno incontrato branchi di cani feroci sulla loro strada, ma alla fine li hanno piegati fino a fargli mollare la presa.

Quel politico che si face da parte. La lezione di Mandela risiede tanto in ciò che ha fatto, quanto in ciò che non ha fatto e avrebbe potuto fare. Dopo la vita che ha avuto, una volta divenuto l’uomo più potente del Sudafrica e uno dei più famosi del mondo, non si è fatto avvincere dall’avidità e dall’ingordigia di potere. Quell’uomo, divenuto il simbolo di una riscossa, poteva tranquillamente decidere di essere presidente a vita e nessuno si sarebbe opposto. Invece ha scelto di farsi da parte. Mandela è stato in grado di capire che era giunto il momento di lasciare crescere il suo Paese. Ha capito che se voleva che il Sudafrica proseguisse nel suo cammino, doveva lasciarlo evolvere e andare oltre, anche oltre sé stesso. Alla condizione di monarca assoluto, al potere politico, ha preferito un potere più grande e più forte di qualsiasi carica: l’amore del suo popolo e di quanti, in ogni angolo di mondo, lo ricordano con la tristezza che si riserva alla fine di una storia così grande.