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Diritto di critica | March 17, 2024

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Mattarella al Quirinale e la partita aperta sulla Corte Costituzionale - Diritto di critica

LO SCENARIO – Archiviata l’elezione del Capo dello Stato, la partita politica si sposta sulle riforme ancora da fare e sulla nomina dei giudici alla Corte Costituzionale. Con l’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, infatti, adesso i posti vacanti sono due.

L’ultima volta le “fumate nere” furono, tra settembre e novembre 2014, una ventina. Il risultato è che, ad oggi, sui quindici giudici previsti manca ancora un membro eletto dal Parlamento e con l’elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica, i nomi da trovare saranno due. Ed è proprio qui che potrebbe spostarsi a breve la partita e la trattativa tra il Partito democratico di Matteo Renzi e il centrodestra di Berlusconi. Con il primo forte di un’elezione al Quirinale andata “secondo i piani” e il secondo ormai all’angolo che scalpita per il mancato rispetto dei patti, assediato dalla fronda più critica dei Fitto e dei Brunetta.

Secondo l’articolo 135 della Costituzione “La Corte costituzionale è composta di quindici giudici nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative […] I giudici della Corte costituzionale sono scelti tra i magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative, i professori ordinari di università in materie giuridiche e gli avvocati dopo venti anni d’esercizio”.

Già lo scorso anno, il predecessore di Mattarella al Quirinale aveva richiamato il Parlamento a un comportamento responsabile: “quorum elevati per tali operazioni elettorali – aveva sottolineato Napolitano – in Parlamento implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell’espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza”. Parole che sembrano perfette se rilette alla luce dei giorni appena trascorsi. Nel 1953 – all’epoca il presidente era Gronchi – occorsero quasi due anni per scegliere una cinquina mentre successivamente e fino all’avvento della Seconda Repubblica, il cosiddetto “Manuale Cencelli” risolse più di una impasse e la Corte Costituzionale ebbe i componenti scelti sulla base del peso dei diversi gruppi in Parlamento.

Gli ultimi a essere eletti, in ordine di tempo e dopo lunghe traversie, lo scorso anno sono stati Daria de Pretis, Nicolò Zanon e Silvana Sciarra (quest’ultima nominata dal Parlamento riunito in seduta comune). Ma con Mattarella “trasferitosi” al Quirinale, lui stesso eletto nel  2011 dal Parlamento, adesso i giudici da nominare sono due.

Una volta smaltita l’euforia per l’elezione di Mattarella, quindi, il centrodestra potrebbe reclamare proprio quei giudici, eletti in un posto chiave come la Corte Costituzionale. Renzi, dalla sua, ha adesso un partito ricompattato e un’autorevolezza che gli permette di giocare su più fronti.

@emilioftorsello