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Diritto di critica | March 27, 2024

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Boko Haram, l'Onu apre gli occhi sull'orrore in Nigeria - Diritto di critica

Il segretario Ban Ki-Moon approva la formazione di un corpo speciale africano che contrasti i terroristi. Solo nel mese di gennaio sono stati trucidati più di duemila civili

Non più solo Nigeria, non più solo un Paese nel cuore dell’Africa, e quindi “trascurabile” da parte delle grandi potenze e delle loro strategie. La guerra contro gli estremisti islamici di Boko Haram coinvolge ora il vicino Camerun, e l’esercito del Ciad, giunto in aiuto un paio di settimane fa al confine tra i due Stati. Un conflitto di cui si accorge in maniera più concreta anche la comunità internazionale. Il segretario dell’Onu Ban Ki-Moon, infatti, ha dichiarato che «questi terroristi hanno commesso indicibili brutalità e devono essere affrontati con la cooperazione regionale e internazionale». L’Unione Africana ha deciso di creare una forza militare di 7500 uomini per aggredire e sconfiggere Boko Haram: «Accolgo con favore l’iniziativa di una task force multinazionale», ha aggiunto Ban Ki-Moon. Qualche giorno fa l’ennesima denuncia del massacro è arrivata da Amnesty International, che ha diffuso immagini satellitari del bagno di sangue nei villaggi di Baga e Doron Baga, nella Nigeria settentrionale; l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), inoltre, ha espresso forte preoccupazione per la situazione delle migliaia di nigeriani che stanno scappando per raggiungere i Paesi vicini, come Camerun e Ciad, appunto, e il Niger.

nigeria-kjkE-U10401374640738EMG-700x394@LaStampa_itLa situazione Dopo le violenze inaudite, gli omicidi di massa e l’orrore del reclutamento in battaglia di bambini innocenti (marchi di fabbrica dei terroristi africani), la coalizione ciadiano-camerunense prova a reagire. Ma non l’esercito nigeriano, che oppone un’assai blanda resistenza, mentre il presidente della Nigeria Goodluck Jonathan è distratto dalla campagna elettorale e totalmente indifferente al degrado del Paese. Il contrattacco dei soldati ciadiani, nei giorni scorsi, ha portato alla morte di 3 di loro e di 123 islamisti, secondo quanto riferito dallo Stato Maggiore delle forze armate del Ciad. Continuano infatti i tentativi di incursione di Boko Haram nel nord del Camerun, nella regione di Fotokol, proprio di fronte alla città nigeriana di Gambaru, in mano al gruppo armato islamico. L’ultima offensiva risale al primo febbraio, a Maiduguri, capitale dello stato nord-orientale del Borno. La guerriglia è sempre più all’ordine del giorno, e stanno aumentando anche i rapimenti: solo qualche giorno fa le forze regolari camerunensi hanno liberato una parte dei quasi 80 civili catturati dai miliziani di Boko Haram nel villaggio di Mabass, la maggioranza di loro bambini tra i 10 e i 15 anni, pronti per essere convertiti all’Islam e sfruttati per la causa. E non dimentichiamoci delle studentesse nigeriane rapite lo scorso aprile, ancora nelle mani dei terroristi.

Contro l’Occidente La cellula jihadista di Boko Haram, guidata da Abubakar Shekau (“Mi diverto a sgozzare gli infedeli come mi diverto a sgozzare galline”, ama ripetere nei suoi video deliranti), conta ormai tra i 10mila e i 15mila adepti, tutti addestrati alla lotta contro “l’educazione proibita”, ovvero quella occidentale. Se inizialmente Boko Haram combatteva la sua crociata con kamikaze e autobombe, ora assalta basi militari, massacra direttamente interi villaggi, e imbottisce di esplosivo bambine di otto anni strappate alle loro case. Senza alcuna pietà, e con un bottino di armi impressionante. Nell’autunno scorso Shekau se è autoproclamato emiro del nord-est nigeriano; sul tetto del suo quartier generale sventola una bandiera con al centro il tondo bianco simbolo dell’Isis.