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Diritto di critica | March 27, 2024

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L'atroce destino dei bambini di Fukushima - Diritto di critica

A 4 anni dallo tsunami che ha coinvolto la centrale nucleare in Giappone, aumentano i casi di tumore alla tiroide

Da oltre un anno, nel distretto giapponese di Fukushima, il divieto per i bambini di giocare all’aria aperta per più di un quarto d’ora (mezz’ora per i più grandi) è stato rimosso; ma nella maggior parte delle scuole gli insegnanti, pressati dai genitori impauriti, continuano a seguire le direttive imposte dopo lo scoppio alla centrale nucleare. Il pericolo radiazioni, a quattro anni dall’esplosione nell’impianto della Tepco, è un fantasma che si aggira tra 385mila piccole vite: sono i bimbi di Fukushima, che i periodici controlli ai quali sono sottoposti dal 2011 non possono purtroppo salvare dalla malattia. Tumore alla tiroide soprattutto, conseguenza dell’esposizione all’ambiente contaminato. Nonostante l’area della centrale sia disabitata per un raggio di oltre 30 chilometri. Nonostante 160mila persone abbiano dovuto lasciare le proprie case, tentando di sfuggire al male. Ma il male, silenzioso e infido, lo porta l’aria, l’acqua, il vissuto.

I numeri I giornali giapponesi parlano dchild-300x224i un aumento costante del numero di bambini ammalati, anche risultati sani al controllo precedente. Sono 8 i nuovi casi di cancro alla tiroide diagnosticati alla fine del 2014, su 75mila minori visitati fino ad ora. I primi rilevamenti della Fukushima Medical University consideravano coloro che nel 2011 avevano tra gli zero e i 18 anni. I dati parlavano di 86 casi accertati di tumore e 23 sospetti, su un totale di quasi 300mila bambini esaminati. E pensare che le autorità del Paese hanno cercato sin dall’inizio di minimizzare la cosa: l’ex responsabile della sanità nipponica, Yamashita Shunichi, aveva affermato che le possibilità per i bambini di ammalarsi a causa delle radiazioni era una su un milione. La realtà è ben diversa; si tratta infatti di una probabilità su tremila. Quasi un’epidemia.

Oltre a diversi problemi di salute, è stato riscontrato poi un aumento di peso tra i piccoli abitanti delle aree confinanti con la zona rossa di Fukushima. A Koriyama, la città più popolata, esponenti del governo locale hanno imputato il fenomeno al fatto che i bambini non possono giocare all’aria aperta, e in casa tendono ad impigrirsi e a mangiare di più. Ma alcuni studi scientifici, rifacendosi anche ai dati relativi a Chernobyl (dove avvenne l’altro grande disastro nucleare, nel 1986) certificano l’attività anomala del sistema endocrino sottoposto a radiazioni, che causa anche, appunto, disordini del metabolismo.

Una strage senza fine Restano attualmente fuori dalla casistica esaminata dalla Fukushima University i bimbi nati dopo il disastro. Tenendo conto anche di loro, immaginiamo il numero di piccoli giapponesi esposti potenzialmente alla malattia. I precedenti non fanno presagire niente di buono: l’incidenza di tumori alla tiroide tra bambini e adolescenti a Chernobyl ha avuto il suo picco nel 2006, ben vent’anni dopo la tragedia della centrale nucleare dell’ex Urss.