A Lampedusa "i migranti lasciati all'addiaccio e il Cspa resta vuoto" - Diritto di critica
Dopo gli sbarchi dei giorni scorsi di cui Diritto di Critica ha dato ampia copertura, stanotte sulle isole Pelagie sono arrivate 852 persone mentre la notte scorsa la Guardia costiera ha eseguito 11 operazioni di soccorso. Ed è di questa mattina la notizia di un altro sbarco di 181 persone. E non c’è patto di amicizia che tenga. La maggior parte dei migranti, infatti, riferisce di provenire dalla Tunisia: che si vero o meno, non esistono accordi bilaterali che prevedano i respingimenti come nel caso libico. “Si tratta di persone – ha sottolineato ieri Laura Boldrini – che hanno dovuto affrontare i pericoli di una traversata in mare, alle quali deve essere assicurata anche la possibilita’ di presentare una domanda d’asilo, come hanno già fatto alcuni di loro”.
C’è poi la questione dell’accoglienza. La maggior parte dei migranti sono stati ospitati negli alberghi, nonostante il parroco dell’isola, don Stefano Nastasi, avesse messo a disposizione i locali della chiesa, altri invece – stando alla denuncia di una parlamentare – sarebbero stati lasciati all’addiaccio sul piazzale del porto, nonostante fossero bagnati e infreddoliti: “Gli immigrati – aveva denunciato la parlamentare Alessandra Siragusa – sono stati ospitati in albergo o in parte lasciati tutta la notte nello spiazzo antistante il porto, nonostante la struttura (il Centro di Primo soccorso e accoglienza, Cspa, ndr) sia ancora operativa”. L’associazione Askavusa di Lampedusa, anche ieri sera ha chiesto che venga utilizzato proprio il Cspa: “è attivo e funzionante, tanto che l’assistenza al molo viene garantita dai dipendenti del centro. E’ disumano pensare di poter lasciare questa gente la notte all’addiaccio per una questione di principio”. Prosegue infatti l’esodo dei migranti che, una volta giunti sull’isola, vengono poi portati direttamente a Porto Empedocle, con il Cspa che resta aperto ma vuoto.
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Salve,
vi scrivo dalla periferia di tunisi dove abito da 14 anni
vorrei sottolineare che le persone che partono da qui per arrivare in Italia non sono “profughi”, sono bensi’ gente che ha a disposizione i circa 2000 dinari necessari, che ha i contatti con le organizzazioni criminali locali (e per avere questi contatti bisogna essere “del giro” ) e che si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di giovani che qui non hanno un futuro perche si sono “bruciati”, generalmente perche’ finiti in galera.
da italiano mi secca terribilmente che questa gente venga mantenuta nel paese in cui sono nato, ma da abitante della Tunisia mi fa quasi comodo che prendano il gommone: ogni sbarcato in italia e’, nel breve periodo, un delinquente in meno alle porte di casa mia.
il vero guaio e’ sul lungo termine: questi “migranti” in italia imparano il concetto del’ impunita’, fanno soldi a palate un pochi anni e poi tornano qui a fare cosa? ve lo dico io: a fare i “rais”, a importare in Tunisia i metodi malavitosi italiani.
da notare che in questi giorni da qui scappano soprattutto persone che erano pesantemente coinvolte col regime, soprattutto poliziotti con sulla coscienza delitti di ogni genere.
Enrico
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Naturalmente Frattini Dry ha altro a cui pensare che gestire queste crisi umanitarie, no? Vogliamo mettere con l’appello alla corte europea per la lesa privacy del premierissimo?
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