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Diritto di critica | April 19, 2024

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Filippino Lippi, a Roma in mostra le sue opere - Diritto di critica

Filippino Lippi, figlio d’arte, nacque intorno al 1457 a Prato, figlio naturale del frate carmelitano Filippo Lippi e della monaca agostiniana Lucrezia Buti. Figlio a sua volta di un macellaio, e rimasto presto orfano, il padre Filippo aveva pronunciato i voti nel 1421 nel convento del Carmine a Firenze, dove vide il Masaccio affrescare la celebre Cappella Brancacci, quella con la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre.

Il fattaccio avvenne nel 1456, quando rapì dal convento di Prato, di cui era cappellano, Lucrezia Buti, la futura madre, appunto, di Filippino. Denunciato per questo nel 1461, riuscì ad ottenere la mediazione del suo mecenate Cosimo de’ Medici presso papa Pio II, che prosciolse entrambi dai voti lasciandoli vivere come legittimi sposi.

Prima della sua morte, avvenuta nel 1469, il padre lo aveva affidato a Fra Diamante. Tre anni dopo era a Firenze nella bottega del grande Sandro Botticelli, che divenne così il suo nuovo maestro. Nel 1484-85 fu proprio lui a terminare gli affreschi della cappella Brancacci, con alcune delle Storie di San Pietro.

Di Filippino Lippi è stata inaugurata l’altro ieri una bellissima mostra a Roma, presso le Scuderie del Quirinale,assurdamente intitolata “Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del ‘400”: assurdamente perché del gigante rinascimentale non sono esposte che le seguenti opere: il Ritratto di fanciullo con mazzocchio, Due studi di figure maschili nude, tre tavole del Maestro e dell’Allievo dalla Storia di Ester, l’ Adorazione dei Magi e, la Comunione di San Girolamo, a lui attribuita, ed infine la Storia di Virginia. Curioso assunto, quello di sostenere l’allievo superiore al Maestro, per poi servirsi del nome di quest’ultimo per richiamare il pubblico!

La verità è che anche Sandro Botticelli aveva cominciato a dipingere sotto la guida del padre di Filippino Lippi, per poi farsi altissimo portatore del neoplatonismo della Firenze medicea, mentre, a partire dal 1485, il suo genio umanistico cedette ad una passione religiosa che lo avvicinò sempre più alla predicazione dell’intransigente Fra Girolamo Savonarola, rendendo tormentata la sua anima e arcaici i suoi ultimi lavori.

Filippino rimase invece, come recita nell’accurato catalogo il responsabile della mostra, Alessandro Cecchi, “un pittore per tutte le stagioni”, al quale arrisero perciò i suoi contemporanei e la stessa fortuna critica attuale, anche se il primo dipinto a balzare davanti ai nostri occhi e a commuoverci è il grande tondo Madonna col Bambino e storie della vita di sant’Anna, dovuta al padre, Filippo. Accanto vi è il trittico La presentazione al Tempio, L’adorazione dei Magi e La strage degli Innocenti, nella quale il giovanissimo Filippino collabora con Fra Diamante.

Gli accurati pannelli illustrativi della Mostra ricordano come, dopo essersi rifatti gli occhi in questa grande mostra ed essere discesi a piedi lungo la vetrata con una visione mozzafiato di Roma, che spazia dal Campidoglio al Palazzo del Quirinale, si possa completare l’omaggio a Filippino Lippi recandosi a piedi nella vicina Santa Maria sopra Minerva, l’unica chiesa gotica della capitale, che ospita, recentemente restaurati, i suoi affreschi della Cappella Carafa.

Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del ‘400

Roma, Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio 16.

Dalla Domenica al Lunedì dalle 10.00 alle 20.00. Venerdì e Sabato 10.00-23.00.

Ingresso normale (fino ad un’ora prima della chiusura) 10 euro.

Info 0639967500 o www.scuderiequirinale.it

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