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Diritto di critica | October 4, 2024

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Né mutui, né affitti. Nessun futuro per i giovani precari - Diritto di critica

Né mutui, né affitti. Nessun futuro per i giovani precari

E dopo la manovra, dovrebbe iniziare la fase 2. Così almeno quanto annunciato dal governo e chiesto a gran voce da vari partiti. Ma cosa questo significhi non è affatto chiaro. Il nostro non è un paese per giovani, eppure saranno loro il nostro futuro. Mario Monti ha già provveduto alla riforma delle pensioni, una ridistribuzione della ricchezza verso le nuove generazioni, così da “liberare” risorse per un welfare che non guardi solo a chi oggi ha più di 60 anni, ma che aiuti i più deboli, anche e soprattutto i giovani che stanno pagando un prezzo decisamente alto della crisi.

Mutui e affitti, una chimera. Come scriveva anche Sergio Rizzo sul Corsera di ieri, bastano pochi numeri per capire a cosa vanno in contro gli under 30 oggi. L’80% dei nuovi contratti è a tempo. Così la parola “indeterminato” diviene un miraggio per molti, una realtà per pochi. E solo per quest’ultimi quella parola è sinonimo di una vita “normale”. Per i precari ottenere un mutuo è pura fantascienza. Le banche richiedono garanzie che la stessa società non può garantire ai giovani. Ma anche andare a vivere in affitto rischia di diventare un’impresa. Non solo per gli elevati costi che assorbono più del 50% dei guadagni, ma perché sempre più proprietari pretendono un garante o una fideiussione bancaria. Così, se proprio non si vuole continuare a vivere con mamma e papà, l’unica alternativa è chiedere loro un aiuto: una vita in ogni modo alle loro dipendenze. Così si rimane bamboccioni per forza.

Un futuro nero. Famiglia, figli e una pensione sono un miraggio irraggiungibile per molti. Precari o no, i giovani di oggi faticano molto a realizzare un progetto familiare, in un paese dove, peraltro, la famiglia è sacra. A bassi stipendi, a contratti a tempo determinato non corrispondono aiuti fiscali da parte dello Stato. E non c’è bonus bebè che tenga: i figli costano troppo. Le pensioni invece saranno da fame. I contributi sui già magri stipendi degli under 30 sono saliti dal 10 al 26,7%, un incremento che garantirà qualche spicciolo in più (secondo la Cgil si tratta di una futura pensione media di 610 euro), ma che soprattutto garantisce già oggi pensioni d’oro, come quelle di ex dirigenti d’azienda, che non potrebbero avere una pensione così elevata solo con ciò che hanno versato. Una vera e propria solidarietà al contrario: i poveri fanno l’elemosina ai ricchi.

Precario conviene. Sono 3 milioni e 700mila gli italiani con contratti a termine, partite iva (con un solo committente) e collaboratori vari. Molto spesso dipendenti precari mascherati da liberi professionisti o consulenti. Perché le aziende non assumono? Il motivo è di una semplicità disarmante: non conviene. Infatti, oggi un’azienda risparmia con contratti “precari”. Se da una parte le aziende evitano di assumere perché il mercato del lavoro è “rigido” in uscita (in pratica è difficile e oneroso licenziare), dall’altra un lavoratore precario “costa” di meno – in termini di tasse e contributi – rispetto ad uno a tempo indeterminato. La scommessa (difficilissima) di Monti è proprio su questo nodo: riuscire a eliminare il dramma della precarietà. Una scommessa enorme che cozza contro tanti interessi, soprattutto quelli di una generazione che non vuole mollare quelli che agli occhi dei giovani sono diventati veri e propri privilegi.

Comments

  1. Ma se i giovani, crescendo e diventando 30 enni e 40 enni hanno un futuro misero è perché i 30 enni e i 40 enni HANNO un futuro misero. Che significa che tu avvantaggi gli under 35 a discapito dei 35 in su? Ma se le cose vanno male per i giovani è perché nessuna azienda applica le regole sui contratti atipici e tutti usano gli escamotage messe da tremonti per nn assumere a tempo indeterminato (posso tranquillamente portare l’esempio di alitalia dove scentemente, dopo due anni e per lavori anche di sicurezza, vieni lasciato a casa per sei mesi). Mentre su casa e mutui che manovre faranno se nn hanno i soldi? Questa troiata dell’art 18 serve, a livello finanziario, per far vedere il segno + sul pil e dare respiro alle banche ma creerà troppa instabilità sociale….