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Diritto di critica | March 26, 2024

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Le nuove frontiere di Google: il "cinema" alla portata di tutti

Le nuove frontiere di Google: il “cinema” alla portata di tutti

Google non si accontenta più dei video o dei social network. A breve spingerà la gente a creare veri e propri film, investendo sui cosiddetti “machinima” (una contrazione di “machine” e “cinema” [sito dedicato]), produzioni realizzate tramite software che – implementati con gli scenari dei videogame – permettono la costruzione di vere e proprie sitcom interamente digitali e, molto spesso, di tenore demenziale (un esempio dei più celebri è dato dall’uso del “Garry’s mod“, basato sul titolo “Half-Life 2”, o persino attraverso funzioni di “Second Life”). Nello specifico, chi sentirà parlare di “skins” o “ragdoll” saprà che si illustrano gli aspetti grafici che formano ambienti tridimensionali in cui si potrebbe svolgere una scenetta o i personaggi privati degli elementi fisici garantiti dagli algoritmi voluti dai programmatori iniziali dei giochi.

Stando a quanto riportato pochi giorni fa da “Il Sole 24 Ore“, un fenomeno più di nicchia – dedicato soprattutto a gente armata di pazienza e disposta a passare ore davanti ad un monitor – potrebbe essere visto come un business dal colosso di Mountain View, che porterebbe così al grande pubblico un passatempo ancora poco conosciuto, nonostante esista già dagli anni ’90. Tuttora si potrebbero ricostruire avventure nelle stanze del ben conosciuto “Doom” o tra le pareti blu e grigie di “Wolfenstein” e qualche nostalgico delle vecchie esperienze ludiche potrebbe ricreare nuovi finali della propria serie preferita.

Quindi, con più facilità (alla base del Google-pensiero), chiunque potrà sbizzarrirsi nel fiondare Niko Bellic (protagonista di GTA IV) nel mondo di The Sims, con pochi click a disposizione e nuove interfacce. L’impresa californiana, se convinta del successo, non baderà a spese pur di invadere nuovi mercati e lanciare un merchandising nel determinato ambito. Non sarebbero da escludere addirittura concorsi per cineasti informatici in erba.

I “doodle”, divertenti strumenti interattivi che spesso compaiono nelle homepage (come il sintetizzatore Moog apparso mercoledì al posto del classico logo colorato), evidentemente, appartengono già al passato.