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Diritto di critica | April 16, 2024

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Grecia al voto, vince l'austerità - Diritto di critica

Grecia al voto, vince l’austerità

“Oggi i greci hanno scelto di restare legati all’Europa. Questa è una vittoria per tutta l’Europa”. Il leader di Nea Dimokratia Antonis Samaras offre la propria vittoria a Bruxelles in segno di pace, subito dopo la conferma del voto. Il suo partito conquista  130 seggi e prepara un governo di coalizione con il Pasok di Evanghelos Venizelos. I moderati al potere hanno i numeri per imporre le misure di austerità richieste dalla Troika alla Grecia, ma dovranno fare i conti con un paese spaccato. E con l‘estrema destra in Parlamento.

Vecchi al governo, giovani all’opposizione. La spaccatura in Grecia è generazionale. La maggioranza degli under 35 ha dato il proprio voto alle posizioni radicali di Syriza, consegnandole un terzo dei seggi: i “vecchi” hanno invece puntato sulla moderazione di Nea Demokratia, lo stesso partito che – insieme al Pasok – ha portato la Grecia sull’orlo del baratro in vent’anni di governi ininterrotti. La coalizione dei “veterani” ha saputo convogliare le paure di pensionati e padri di famiglia, timorosi di veder crollare il valore dei propri risparmi in banca, contro le promesse di rinnovamento di Syriza. L’opposizione del leader radicale Alexis Tsipras, comunque entrato in parlamento con il 27% delle preferenze, dovrà riuscire ad ammorbidire un’austerità ormai inevitabile per Atene.

Libertà di scelta? Il bombardamento mediatico ha funzionato sui greci, che hanno accettato l’inevitabilità dell’austerity dopo il guizzo d’orgoglio del 6 maggio. Qualcuno ha definito queste pressioni da Bruxelles e dalle altre capitali europee “il normale gioco democratico di un’Europa compatta, che si avvicina all’unificazione politica” – qualcun altro ha usato il termine meno lusinghiero di “ingerenza”. Fatto sta che la Germania ha ottenuto quel che voleva: “un governo pro-euro”, secondo le parole più recenti della Merkel. Per il ministro degli esteri tedesco Westerwelle “ci sono i margini per rivedere i tempi delle misure di austerità”, ma anche che “dopo 40 miliardi di aiuti da Berlino, i greci potrebbero anche dire grazie”.

L’estrema destra ri-vince. Alba Dorata è stata riconfermata in Parlamento, e anzi allarga le proprie schiere: 18 deputati. Il partito “nero” ellenico oscura il risultato del Front National francese, che ha conquistato due seggi. Marine Le Pen riesce dunque dove aveva fallito il padre, riportando dopo 25 anni la destra xenofoba, anti-europeista, omofoba e nazionalista in Parlamento. A Parigi come ad Atene, e forse a Roma l’anno prossimo, l’estrema destra torna nell’arena sulle paure degli emarginati.

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