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Diritto di critica | March 28, 2024

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Polverini la Moralizzatrice: ''Tutti dovranno pagare il conto''

Bufera in casa Pdl. Nel Lazio, l’inchiesta sui fondi neri sottratti dal presidente Fiorito al partito ha scatenato una guerra tra bande. Renata Polverini chiede scusa pubblicamente e lancia una campagna di moralizzazione: o tagliamo i costi della politica subito, o la Giunta va a casa. Mentre la Guardia di Finanza allarga le indagini alla Pisana, il Popolo della Libertà cerca una nuova faccia – senza trovarne di buone. Né a Roma né in Sicilia.

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L’inchiesta su Fiorito. Gli inquirenti sono partiti da 109 bonifici e 800mila euro passati in pochi mesi dai fondi del partito a conti correnti intestati all’ex capogruppo del Pdl Lazio Franco Fiorito. Denaro che, secondo i documenti dei pm, avrebbe dovuto pagare festini e vizi privati della ristretta cerchia del capogruppo. Un flusso gestito dal tesoriere Galassi, che si professa “innocente, perché privo di libero arbitrio”: sarebbe stato nell’impossibilità di dire no al presidente. Il superavvocato del “non luogo a procedere” Taormina ha già preso le difese di Fiorito, ma le perquisizioni della Guardia di Finanza procedono a ritmo serrato. In settimana i pm potrebbero già interrogare Fiorito e Galassi.

Ripulirsi dal fango. Renata Polverini ha tentato ieri il tutto per tutto, con un discorso incandescente alla Giunta regionale. “O si cambia rotta o tutti a casa”, ha gridato con rabbia all’assemblea: “tutti hanno sbagliato, anche se non nello stesso modo, ma tutti dovranno pagare il conto assumendosi la responsabilità di far cambiare le cose. Altrimenti questa giunta si dimetterà”. E fa passare un ordine del giorno estremamente duro, da votare già venerdì 21 settembre.

I Punti. Taglio delle commissioni consiliari, degli assessori, delle auto blu e addio alle somme per i gruppi consiliari. Sono i punti salienti del pacchetto di risparmi presentato durante il suo discorso dalla governatrice: su questa drastica spending review la presidente ha basato la prosecuzione o meno del suo mandato. Le nuove regole comporterebbero per il Consiglio 20 milioni di risparmi già entro il 2012, passando da un bilancio da 98 milioni a 78. Quando il sistema entrerà a regime, nel 2013, saranno tagliati altri 8 milioni, per un bilancio complessivo di 70 milioni.

“Siamo diventati noi l’antipolitica”. Anche ammesso che il Pdl, travolto dallo scandalo, cambi rotta nel Lazio, sorgono diverse domande. Per prima cosa, perché nessun meccanismo di controllo era stato previsto? Perché il partito stesso non vigilava sui propri fondi, ma ne consentiva una gestione personale e “mafiosa” da parte di Fiorito (e della sua cerchia)? La vicenda Lusi, l’anno scorso, dimostra che il problema della gestione dei fondi dei partiti è drammatico. E a poco vale restituire a cose fatte, o 4 anni dopo (5 milioni sottratti dalla Margherita sono stati oggi restituiti, pare). Ha quindi ragione la Polverini a dire che “l’antipolitica adesso siamo noi se non cambiamo”. Eppure, il suo partito insiste sulla strada dell’opacità. Vale la pena di ricordare, infatti, che in Sicilia il Pdl ha candidato per le regionali del 28 ottobre Roberto Corona, rinviato a giudizio per frode finanziaria. A che serve allora il codice etico che esclude gli indagati per reati mafiosi, se poi si consente l’ingresso in Regione a truffatori sotto inchiesta?

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