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Diritto di critica | April 19, 2024

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La morte dimenticata di un carabiniere in Algeria: il caso Brigotti

L’INCHIESTA – Accade anche questo in Italia: che all’estero muoia un carabiniere e che le agenzie si limitino a uno scarno comunicato. Accade che la notizia non finisca sui quotidiani, che nessuno ne parli. E che l’agenzia di stampa Ansa si limiti a ribattere quanto dichiarato dall’ambasciata, occupandosi poi ampiamente della visita del giocatore Zidane.

Sulla morte di Cristiano Brigotti in internet c’è poco. Carabiniere, 30 anni, sopravvissuto all’attentato di Nassirya, Brigotti è morto in circostanze poco chiare in un appartamento ad Algeriil 12 dicembre del 2006. Nel resoconto di polizia e ambasciata, non mancano le stranezze. Ma andiamo con ordine e torniamo indietro al 2006, al 12 dicembre. Poco prima di Natale.

Stando a quanto sostengono le autorità algerine, il corpo di Cristiano viene ritrovato nella vasca da bagno del suo appartamento ad Algeri, in un ambiente saturo di gas. Il referto della prima autopsia, fatta il 14 dicembre successivo, parla invece di avvelenamento da monossido di carbonio, un gas perfettamente inodore che non ha nulla a che vedere con i fornelli di una normale stufa da cucina. Circostanza strana viste le traforazioni presenti sulla parete della stanza che assicuravano una perfetta aerazione. E si dice che il monossido di carbonio sia l’assassino perfetto, spesso usato dai Servizi. Ma sono illazioni.

Una relazione dell’ambasciatore Giovan Battista Verderame, inoltre, di cui diversi anni dopo è entrato in possesso Francesco Bianchi, l’allora legale della famiglia Brigotti, cita una misteriosa ragazza con cui Cristiano avrebbe avuto una relazione e che si sarebbe presentata all’appartamento poco dopo il ritrovamento del corpo. Un particolare, quello della ragazza, che non torna né ai genitori né agli inquirenti: perché il carabiniere sarebbe dovuto partire per l’Algeria (Paese ritenuto ad alto rischio per gli occidentali) per una “fuga d’amore”, senza dir nulla né alla famiglia né lasciare la fidanzata in Italia? C’è poi un’ultima discordanza che potrebbe però non essersi verificata grazie ad una serie fortunata di circostanze: se l’appartamento fosse stato effettivamente saturo di gas, con buona probabilità ci sarebbe stata un’esplosione: la relazione finale sull’accaduto parla di stufette accese nella stanza da letto. E numerose fotografie,  inoltre, mostrano diversi fori e prese d’aria sui muri dell’appartamento, circostanza che farebbe ritenere improbabile anche la saturazione per monossido di carbonio.

Ma non è tutto. Anche la posizione del corpo del giovane carabiniere, al momento del ritrovamento, era anomala. Stando a quanto è stato riferito alla famiglia, Cristiano è stato ritrovato seduto nella vasca da bagno, con la testa bagnata, il corpo asciutto ma il rubinetto della doccia chiuso: chi si sente male non ha certo il tempo di chiudere l’acqua della doccia.

Mistero anche su chi avrebbe sfondato la porta della casa. Ai genitori di Cristiano è stato detto che era stata la polizia algerina ma il giornalista di Rainews24Angelo Saso, nell’inchiesta che adesso è agli atti, ha scoperto che la porta venne forzata da uno dei proprietari dell’immobile, avvisato del forte odore di gas. Ed anche qui viene da chiedersi per quale motivo chi di sicuro aveva le chiavi dell’appartamento avrebbe poi dovuto forzarne la porta. E chi è entrato per primo, la polizia algerina o qualcun altro? Pare infine che sulla scena ci fosse anche l’ambasciatore Verderame, di cui però non si parla in alcun verbale.

Infine c’è la questione del computer del carabiniere: requisito subito dalla polizia algerina, poco tempo dopo la morte di Cristiano con una banale scusa un suo collega l’ha ottenuto dalla famiglia. «Vorremmo scaricare una fotografia», hanno detto alla sorella del carabiniere morto. Eppure, ad un’analisi successiva è risultato che proprio sul pc di Cristiano sono state fatte operazioni di masterizzazione per un giorno intero. Cosa cercavano i carabinieri nel computer del loro collega? Quali dati sono stati cancellati? Nel pc sono stati comunque trovati materiali relativi alla società italiana Nuovo Pignone di Firenze. Interpellati dalla trasmissione Chi L’ha Visto, la Nuovo Pignone non ha ritenuto di dare spiegazioni.

Il dubbio dei genitori è che Cristiano Brigotti sia stato arruolato dai Servizi Segreti per una qualche missione in Algeria e che per circostanze ancora da chiarire vi abbia trovato la morte.La versione ufficiale lo vuole in congedo e in vacanza all’estero per studiare l’arabo.
Strano anche un passaggio del comunicato emesso il 13 dicembre 2006, il giorno successivo al ritrovamento del corpo, dall’ambasciata italiana e riportato dall’Ansa: “Al momento non ci sono motivi che facciano pensare ad altre cause di morte”, diverse dalla fuga di gas. Perché tanta certezza se non era ancora stata fatta l’autopsia?

Un’ultima stranezza: sul sito di Chi l’ha visto, quella su Cristiano Brigotti è l’unica puntata il cui video è stato rimosso, c’è solo la foto del carabiniere. Conteneva – il servizio – un’intervista all’ambasciatore Verderame che faceva anche nomi e cognomi di alcuni Carabinieri dell’ambasciata algerina. Di quell’intervista e di quel servizio molto ben fatto – con tanto di richiesta di informazioni alla Nuovo Pignone -, sul web non c’è più traccia.

Comments

  1. emilio55

    …gatta ci cova

  2. https://www.youtube.com/watch?v=s6RmQujgC6o questo servizio di rainews risalente al 2009 può essere utile per approfondire

  3. Pierpaolo1947

    Che gas viene distribuito ad Algeri?
    Gas di città o metano?