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Diritto di critica | April 19, 2024

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Google e la battaglia per la libertà sul web, troppo forte la censura in Cina - Diritto di critica

Il motore di ricerca più popolare al mondo, quello più visitato getta la spugna. Troppo forte la censura cinese, la sua capacità di autogenerarsi, aggiornarsi ed essere spietatamente efficace nell’impedire agli utenti cinesi di fare ricerche su internet, diffondere notizie scomode e immagini compromettenti per il regime. Non ha potuto nulla neanche il gigante statunitense, in primo piano nella lotta per la libertà sul web, a un anno di distanza dalle frizioni con il governo cinese.

I vertici di Google hanno comunicato gli esiti di una ricerca effettuata su alcune frasipoliticamente sensibili” scritte dagli utenti cinesi e le reazioni della censura. Google e le autorità politiche entrarono in collisione già nel maggio scorso quando la società statunitense presentò un nuovo sistema, dedicato agli utenti cinesi, per migliorare la ricerca sul web. Il culmine della tensione è stato toccato lo scorso mese quando Google decise abbandonare la funzione perché gli utenti erano stati scollegati dalla censura e non c’erano state modifiche al riguardo.

Una fonte non meglio precisata ha comunicato che la decisione di Google è stata presa perché “controproducente” per la società, nonostante i diversi tentativi di aggirare l’ostacolo tecnico. La notizia era nell’aria. Un portavoce di Google ha confermato che la società ha posto fine ai tentativi di aggirare la censura, ma si è rifiutato di commentare ulteriormente a causa della delicata situazione politica in Cina. Nel maggio scorso, quando è stata introdotta la funzione di ricerca, gli utenti cinesi che hanno digitato frasi con i terminiYangtze River” e “Jiangsu Mobile”, una compagnia telefonica, hanno avuto problemi con la connessione online. A 24 ore dal lancio, il servizio è stato disattivato da parte delle autorità cinesi. Giorno dopo giorno, nel mese di giugno, Google ha introdotto delle modifiche, ma la censura ha fatto bene il suo lavoro.

Nel novembre scorso, i servizi di Google in lingua inglese e cinese sono stati bloccati per 24 ore e ciò ha intensificato le tensioni. I rapporti tesi tra Google e la Cina hanno origine fin dal 2006 e l’ultima controversia rappresenta un giro di vite delle autorità cinesi per il controllo dell’opinione pubblica. Questo include anche i blocchi sulle reti private virtuali, che consentono alle persone di accedere al web in forma anonima. Il mese scorso, i vertici politici del partito comunista hanno annunciato iniziative per costringere gli utenti di internet a identificarsi, sollevando nuove preoccupazioni sulla libertà di espressione nel paese.