• Emilio Fabio Torsello+
• 4 Aprile 2013
Aggiungi questo articolo al tuo Magazine su Flipboard

A giudicare dai titoli dei giornali americani, c’è molta più preoccupazione in Italia che non negli Usa, per una possibile quanto improbabile guerra a suon di testate nucleari tra Corea del Nord e Stati Uniti. Per ora tutto è limitato ai comunicati e alle dichiarazioni delle diverse parti.

Se da un lato la Corea del Nord ha formalmente dichiarato guerra all’America di Obama, sottolineando che “il momento dell’esplosione si sta avvicinando, rapidamente”, gli Stati Uniti gettano acqua sul fuoco e  – pur prendendo sul serio le minacce di Pyongyang – invitano il regime a smetterla con le minacce ”provocatorie” e a ”conformarsi agli obblighi internazionali. “. Si tratta, secondo la Casa Bianca, di una “nuova dichiarazione provocatoria che isola ancora di più la Corea del Nord dal resto della comunità internazionale e che sottolinea il bisogno di sviluppo economico”. Intanto diverse batterie antimissile saranno spostate “a scopo precauzionale” nel territorio di Guam. Un gioco delle parti, per ora, che tutti auspicano resti tale.

Del giovane leader Nord coreano, però, nessuno sa molto. Men che meno gli Stati Uniti. Il Los Angeles Times ieri lo definiva “un’assurdo personaggio comico”, inviso alla stessa Cina che, verrebbe da aggiungere, gestisce un arsenale in grado di minacciare l’America. Alle cronache, infatti, c’è solo un incontro tra Dennis Rodman, giocatore dei Chicago Bulls dell’NBA americana e Kim Jong-Un. Insieme avrebbero visto una partita di basket, passeggiato e mangiato sushi. Rodman ha definito Kim Jong-Un “awesome”, impressionante. Per poi aggiungere: “non è che mi piace, lo amo”.

Per ora, dunque, tutto sembra una scaramuccia destinata a far spostare mezzi e uomini ma non a intimorire seriamente gli Stati Uniti, per quanto questi dicano di prendere sul serio le minacce Nord coreane.