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Diritto di critica | October 12, 2024

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L'Egitto chiede la condanna a morte per oltre 700 persone - Diritto di critica

Un tribunale egiziano ha condannato a morte 37 sostenitori dei Fratelli Musulmani ed ha chiesto la stessa condanna per altri 682 imputati

Un tribunale egiziano ha condannato a morte 37 sostenitori dei Fratelli Musulmani ed ha chiesto la stessa condanna per altri 682 imputati; altre 492 sentenze capitali sono state commutate in 25 anni di carcere come media. La sentenza non è però definitiva e dovrà essere esaminata dal gran muftì d’Egitto, il cui parere non è però vincolante e successivamente dovrà essere confermata anche in secondo grado; la decisione finale dovrebbe arrivare a giugno.

Tra gli imputati in attesa di conferma della pena capitale anche Mohamed Badie, guida suprema dei Fratelli Musulmani: il tribunale ritiene gli accusati responsabili dell’assalto a un commissariato di polizia a Minya, il 14 agosto 2013. L’attacco causò otto morti, tra cui un poliziotto, e una trentina di feriti. Gli assalti non presero però di mira solo la polizia, tanto che lo scorso agosto la Human Rights Watch emise un comunicato per denunciare attacchi nei confronti di luoghi di culto e proprietà della Chiesa Copta in seguito allo scioglimento del sit-in filo-Mursi a Rabaa al-Adawiyya.

E’ intanto ripreso il processo all’ex presidente egiziano Mohammed Mursi ed altri 34 membri della Fratellanza, accusati di spionaggio e divulgazione di segreti militari a favore di Hamas e Hizbullah, con fini terroristici e per aver organizzato le evasioni di massa dalle prigioni di estremisti durante le proteste del 2011 e premeditato l’omicidio di poliziotti e membri della sicurezza durante queste rivolte.

La situazione dei Fratelli Musulmani in Egitto e in Medio Oriente è precipitata in seguito alla caduta del governo Mursi e in concomitanza con lo scoppio di violenze e attentati che hanno preso di mira politici, membri delle forze di sicurezza e persino turisti. I Fratelli Musulmani sono stati dichiarati organizzazione terrorista in Egitto e Arabia Saudita e le loro attività messe al bando. Numerosi membri dell’organizzazione sono inoltre stati arrestati negli Emirati Arabi.

Il Qatar, paese sponsor per eccellenza dei Fratelli Musulmani, era recentemente stato isolato dagli altri paesi del Golfo a causa di tale appoggio e si starebbe preparando ad espellere alcuni leader dell’organizzazione.

In Europa l’organizzazione è già al bando in Russia dal 2003, con sentenza della Corte Suprema e recentemente sottoposta a indagine nel Regno Unito, come reso noto dal premier David Cameron a fine marzo; indagine duramente criticata dal leader della Fratellanza in territorio britannico, Ibrahim Mounir. Il Daily Mail aveva parlato di un possibile trasferimento della sede di Londra dei Fratelli Musulmani in Austria, notizia però smentita dallo stesso Mounir.

I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere meglio le possibili dinamiche per quanto riguarda il futuro dell’organizzazione islamista. Tre elementi sono particolarmente importanti: l’esito delle elezioni presidenziali egiziane, le cui previsioni danno come gran vincitore Abdel Fattah al-Sisi, protagonista della caduta del governo Mursi; il verdetto della corte per quanto riguarda i leader dei Fratelli Musulmani attualmente in carcere e le posizioni sul piano internazionale nei confronti dell’organizzazione, in particolare quelle di Usa e di un’Europa che sembra fare una gran fatica nel trovare una linea comune.

Nel periodo della Guerra Fredda l’Occidente utilizzò varie organizzazioni islamiste in contrapposizione a quelle di stampo socialista infiltrate dall’intelligence dell’ex Patto di Varsavia, come illustrato dall’ex capo dei servizi segreti romeni all’epoca di Ceausescu, Ion Mihai Pacepa. Un’alleanza che portò numerosi leader dei movimenti islamisti a insediarsi in Europa e negli Stati Uniti. Con la caduta del muro di Berlino le dinamiche sul piano internazionale sono progressivamente cambiate ma nel frattempo questi gruppi hanno avuto tutto il tempo di radicarsi sul territorio.

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