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Diritto di critica | April 16, 2024

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Milano: Palasharp e imam radicali, il lato oscuro dell'Islam italiano

I tendoni dove si riunisce la comunità islamica milanese hanno recentemente ospitato due imam tutt'altro che moderati

Milano: Palasharp e imam radicali, il lato oscuro dell’Islam italiano

Sconcerto a Milano per la presenza, a distanza di pochi giorni, di due predicatori ben noti per le loro posizioni non certo moderate, tanto da essere finiti sotto l’attento occhio del Memri, istituto statunitense che si occupa di monitorare e tradurre materiale proveniente dal Medio Oriente.

Sotto il tendone del Palasharp. Un ulteriore elemento sensibile risulta essere il fatto che entrambi gli imam siano stati ospitati sotto i tendoni dell’ormai ben noto Palasharp, che ogni venerdì diventa luogo di preghiera per molti musulmani milanesi e dove il Caim vorrebbe dare vita a un proprio progetto per la costruzione di una grande moschea, una volta ottenuto il via libera dal Comune di Milano, in quanto si tratta di uno spazio pubblico.

Parole oscure. Lo scorso 27 aprile è stato ospitato Raed al-Daana, imam della moschea di al-Aqsa a Gerusalemme; il suo sermone è stato tradotto e pubblicato dal Memri:

Torneremo al mare di Jaffa, alle spiagge di Haifa, alle palme di Beit She’an, e alle colline di Lod e Ramla. Noi della beata Moschea di al-Aqsa attendiamo le legioni dei conquistatori. Attendiamo gli eserciti dalla Tunisia, dalla Giordania, dall’Egitto, dall’Iraq, dal Maghreb e dal Hijaz”.

Al-Daana ha inoltre fatto riferimento alla “scomparsa delle tenebre e dello Stato di Israele”. Il fatto è stato ripreso da diversi quotidiani internazionali e israeliani tra cui il Times of Israel e il Jerusalem Post, nonché da siti che si occupano di monitorare il radicalismo di matrice jihadista.

“L’Islam domini il mondo”. Pochi giorni dopo, venerdì 2 maggio, sempre al Palasharp, è stato ospitato l’imam saudita Muhammad Musa al-Shareef, anche lui ben noto per alcune dichiarazioni fatte a una trasmissione televisiva dell’emittente saudita Iqra tv, il 25 febbraio 2011 e anche in questo caso il Memri tradusse il filmato:

“…Un grande Islam che sta arrivando con forza, perché il mondo ha bisogno di una leadership.  L’attuale leadership, il comunismo e il capitalismo eccetera, hanno fallito ed è rimasto solo l’Islam per guidare il mondo”.

E ancora:

La leadership islamica sta arrivando, che alla gente piaccia o meno. Dobbiamo dunque diventare soldati della leadership emergente”.

E poi:

L’unica cosa che maestri, predicatori e scolari chiedono è che l’Islam domini il mondo ancora una volta”.

Secondo alcuni analisti che si occupano di monitoraggio del jihadismo a livello globale, i sermoni di Raed al-Daana sono ben noti e caratteristici per quel tipo di retorica che fa spesso riferimento all’ “esercito arabo”, al “Jaish Muhammad” (esercito di Maometto) o alle “Legioni Arabe”, affinché “liberino la Palestina”. Per quanto riguarda al-Shareef, il suo riferimento al dominio globale dell’Islam sembra lasciare ben poco spazio all’ambito prettamente fideistico-religioso per assumere toni di conquista e di stampo “califfale” che non possono non destare preoccupazione a tutti coloro che sono fautori del dialogo e della reciprocità.

Perché due imam dalle posizioni così evidenti siano stati ospitati, a distanza di pochi giorni, proprio a Milano, proprio in quel Palasharp che ormai da tempo è al centro di aspre polemiche? Non sono certo segnali rassicuranti.