NINO! Roma omaggia il Manfredi più vero

«Quando suonavano alla porta non sapevi mai chi potevi trovarti davanti: forse Mina, o Totò, o ancora Ornella Vanoni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi». Così ha raccontato Roberta Manfredi parlando dell’infanzia vissuta accanto al celebre padre. Un turbinio di emozioni, cene, incontri speciali, e le mille sfaccettature di un attore capace di attraversare mezzo secolo reinventandosi e risultando sempre impeccabile. In poche parole, un grande attore. Il bellissimo Palazzo Braschi, a Piazza Navona, ospita fino al 15 gennaio prossimo una retrospettiva su Nino Manfredi, mostrandoci le sue foto di famiglia, le immagini sul set e i racconti di chi lo ha conosciuto. Un percorso discreto e prezioso che rivela l’arte e la bravura dietro quel “malinconico straniamento” dei personaggi di Nino (chiamarlo così, quasi in confidenza, viene naturale). Niente era lasciato al caso, Manfredi studiava a fondo i suoi ruoli, e li restituiva pieni di tutte le contraddizioni e le debolezze dell’uomo moderno. A dispetto delle sue esilaranti interpretazioni, sia in tv che al cinema, Nino è stato infatti anche un grande attore drammatico, mai uguale a se stesso. Spietato, caustico, amaro, generoso e appassionato allo stesso tempo.

DSCN4150La mostra a Palazzo Braschi ci guida attraverso il Manfredi uomo, l’artista e il romano, con contributi video (il documentario “Ottant’anni d’attore”, realizzato dal figlio regista, Luca; un super8 originale dell’epoca girato a casa Manfredi; una canzone inedita registrata da Nino pochi anni prima di morire), bellissime fotografie di scena, gli illustri compagni di set e i luoghi di Roma resi celebri dai suoi film, in un viaggio immaginario nella città che lui, nato in Ciociaria, ha raccontato e cantato così bene. E ancora i ricordi della mitica pubblicità della Lavazza, e il Manfredi attore di teatro con Rugantino. Un’intera parte dell’esposizione è dedicata infine ai personaggi anziani che l’attore ha più volte interpretato, sin da giovane, con risultati eccellenti. Il più fortunato è stato l’indimenticabile Geppetto di “Pinocchio”, che è possibile rivivere lasciandosi avvolgere dal ventre della balena ricostruito per l’occasione.

La mostra è aperta tutti i giorni tranne il lunedì. Per i romani e per chi semplicemente ha occasione di capitare in città, è un appuntamento imperdibile, un salto fantastico in una Roma che non c’è più, un angolo di arte e cinema dal quale è sempre possibile imparare. Per informazioni www.museodiroma.it

Di Arianna Pescini

Giornalista professionista dal 2010, mi occupo di esteri, attualità e cinema. Laureata a Pisa in Storia Contemporanea, con esami di relazioni internazionali e Storia dell'America Latina all'Università Complutense di Madrid, ho conseguito il Master in giornalismo e comunicazione pubblica presso l’Università di Tor Vergata, Roma. Ho lavorato presso la redazione centrale del quotidiano “Il Tirreno”, dell'ex gruppo Espresso, e presso la redazione Sport e Internet di Rai Radio Uno. Collaboro con i mensili Focus Storia e Bbc History Italia e mi sono occupata di energie rinnovabili per agenzie di comunicazione. Scrivo per Diritto di Critica dal 2012.