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Diritto di critica | March 28, 2024

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"Aboliamo le tasse universitarie". Quando il populismo è radical chic

Piero Grasso lancia questa proposta all'assemblea programmatica di Liberi e Uguali. Ma è un regalo ai ricchi

E poi fu la volta del populismo radical chic. Quello che fa passare per grandi iniziative di sinistra, le proposte di destra. “Aboliamo le tasse universitarie”, tuona dal palco Piero Grasso, intervenuto all’assemblea programmatica nazionale di Liberi e uguali. Il motivo? Lo spiega nel suo discorso. Una studentessa dell’Università di Pavia lo avrebbe avvicinato dicendogli che i suoi genitori non hanno soldi per mantenerla agli studi. “Sono tra gli idonei per ottenere l’esenzione delle tasse, ma mi dicono che non ci sono più fondi”, le avrebbe spiegato la ragazza.

L’uguaglianza che non c’è. Così, la soluzione per Grasso è una sola. Abolire le tasse universitarie. Come se tutti gli studenti fossero uguali. Ma, come in ogni ambito della società, l’uguaglianza non c’è. Nelle università pubbliche studiano figli di bidelli, come figli di famiglie abbienti. E già oggi nelle università esiste l’esonero totale dalle tasse universitarie per chi ha un reddito basso. Quello che forse la ragazza ha cercato di spiegare al presidente del Senato è l’impossibilità di accesso alla borsa di studio, nonostante sia idonea. In pratica Grasso ha colto il problema, ma ha sbagliato la soluzione, non conoscendo la differenza tra borsa di studio ed esonero dalle tasse.

Un regalo ai più ricchi. Eliminare i contributi universitari è un regalo che si fa agli studenti più ricchi che pagano ogni anno anche fino a 2.500 euro. Un regalo che costa “solo”, come spiega il presidente del Senato, 1,8 miliardi di euro.

La vera redistribuzione. Se veramente Grasso ha a cuore il diritto allo studio, avrebbe dovuto formulare un’altra proposta. Più fondi per le borse di studio, innalzando le tasse universitarie ai più abbienti. Questa è redistribuzione. Questa è sinistra. Tutto il resto è solo populismo radical chic.