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Diritto di critica | October 4, 2024

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Se Berlusconi crolla, Grillo farà manbassa di voti

Il Movimento 5 Stelle è la seconda scelta per molti elettori. A svelarlo ieri il sondaggista Fabrizio Masia che, durante il telegiornale di Enrico Mentana ha spiegato come alla domanda se cambiasse partito chi voterebbe? “Il 29% degli intervistati sceglierebbe il M5S”. A questo si aggiunga una buona percentuale – attorno al 18% – di idecisi e quanti non votano (un “partito” di poco più pesante dello stesso Pd) ma che potrebbero andare alle urne se ben sollecitati.

A far paura ai leader dei diversi partiti, gli indecisi. Sono molti sia nel Pd (che secondo il sondaggio di ieri per il Tg La7 ha perso quasi l’1% mentre la fiducia in Matteo Renzi è scesa di ben 3 punti in una sola settimana) che in Forza Italia (al 19,6% nonostante gli sforzi dell’ex premier che sembra ormai non agganciare più i voti come un tempo). In questo contesto, invece, in una sola settimana il partito di Grillo è cresciuto dell’1%, evidenziando come la retorica pentastellata capace di parlare alla pancia degli italiani sia quantomai efficace: il comico sa bene quali corde toccare.

Lo scenario, in effetti, è favorevole al comico, capo politico del MoVimento 5 Stelle. Con Forza Italia in crisi – Berlusconi, ormai “decaduto”, sembra sempre più in affanno tanto che nelle televisioni non si registra ormai da molto il cosiddetto “effetto Berlusconi” in occasione di interviste e comparsate dell’ex Cavaliere – e Renzi che dà l’impressione di voler “reggere” almeno fino alle Europee, la sterile opposizione dei pentastellati – sebbene urlata e priva di qualsiasi concretezza sostanziale in termini di programmi (sette punti non sono un programma) – sta facendo crescere sempre più consensi.

E con un’astensione storica e granitica superiore al 30%, tutto si gioca sul terreno dei cosiddetti “scontenti”: cittadini che vanno a votare ma non sono votati ad un unico partito. E mentre Grillo prende di mira per lo più Matteo Renzi, al comico potrebbero arrivare proprio i voti degli scontenti di Forza Italia, ex Pdl. L’antieuropeismo del comico potrebbe richiamare senza troppe difficoltà chi fino ad oggi ha votato Silvio Berlusconi, così come simili sono i discorsi dei Cinque stelle sulle tasse, sull’immigrazione e su certa magistratura. Come sempre, sotto elezioni i confini non sono netti, ognuno cerca di pescare dal bacìno elettorale del vicino: Grillo certo non si rivolge agli elettori del Pd che – se delusi da Renzi – potrebbero però guardare proprio al comico genovese.