Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | December 14, 2024

Scroll to top

Top

E Tsipras volò da Putin, “Abbiamo affinità culturali”

Il premier greco gioca la carta internazionale per vincere la battaglia contro la Ue. E Putin ringrazia

Non poteva essere altrimenti. Tsipras usa l’arma Putin per tentare di vincere la sua battaglia con l’Unione europea. Il primo ministro greco sta utilizzando lo “zar” russo per ottenere dalla Ue un allentamento dei vincoli economici e finanziari. Giocano a suo favore la delicata situazione in Ucraina, ma anche la vicinanza religiosa (Russia e Grecia sono due paesi ortodossi dove il clero ha un potere palpabile) e culturale.

Gli interessi di Putin. “Abbiamo radici spirituali comuni. Il nostro è un rapporto speciale”, spiega Putin, che non vede l’ora di spezzare la Ue per indebolire la forza della Nato in Europa. Oltre a finanziare i gruppi di estrema destra in Europa (e tra questi sembra ci sia anche il Fronte Nazionale francese guidato dalla Le Pen), lo “zar” vuole ora giocarsi la carta della Grecia, il paese dell’Unione più colpito dai piani dell’austerity.

Un vantaggio per tutti. Così Tsipras serve a Putin, come Putin serve a Tsipras. I piani sono evidentemente diversi. Nel primo caso si tratta del tentativo di ridisegnare lo senario dei rapporti di forza in Europa. Nel secondo caso si tratta di salvare un piccolo paese come la Grecia, senza intervenire seriamente sotto il profilo strutturale, ma giocando un ruolo che Atene non ha mai avuto nello scacchiere internazionale. Senza dimenticare le sanzioni alla Russia che stanno danneggiando anche le esportazioni greche di prodotti alimentari.

L’incoerente Tsipras. Ma, al di là delle affinità religiose e culturali, il vero ed unico motivo di questa strana alleanza va ricercato solamente nella real politik di entrambi i leader. Da un ex marxista come Tsipras di certo non ci si aspetta che parli di affinità religiose. Piuttosto di amore verso la “madre Russia”, questo sì, anche se quella Russia oggi non c’è più. Anzi, in realtà qualcosa è rimasto: il comune anti-americanismo. Ma chissà cosa ne pensano i nostrani politici e movimentisti – che poco meno di un anno fa avevano eletto Tsipras leader indiscusso della sinistra e della riscossa dei popoli europei dalla stretta della Trojka – dei baci e degli abbracci tra il premier greco e il despota Putin, quello della macelleria cecena e delle leggi anti-gay?