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Diritto di critica | May 1, 2024

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Inno di Mameli nelle scuole: affossata la protesta leghista - Diritto di critica

“O mia bela Madunina” affiancata all’Inno di Mameli. La proposta era arrivata manco a dirlo dalla Lega Nord, dopo che a inizio marzo la Camera aveva cominciato a discutere su un disegno di legge che prevedesse a partire da settembre l’insegnamento dell’Inno d’Italia nelle scuole elementari: un’idea di Paola Frassinetti, deputata Pdl, che aveva riscontrato l’adesione di tutti i partiti, ad eccezione, com’era forse prevedibile, del Carroccio. Da qui è iniziata da parte della Lega una controffensiva di emendamenti che il 23 marzo sono stati votati in Commissione Cultura. E sono stati respinti.

Il primo di essi, che poi è stato ritirato, chiedeva appunto che all’insegnamento dell’Inno di Mameli venissero affiancati canti popolari locali, diversi a seconda della regione: “O mia bela Madunina” per la Lombardia e “La biondina in gondoleta” per il Veneto, ad esempio, oppure il più tradizionale “Va’ pensiero” di Verdi. «Le canzoni popolari sono sentite dalla gente – aveva commentato Paola Goigis, capogruppo in Commissione per la Lega Nord   – e mi sembra una bella cosa insegnarle a scuola». «L’Inno d’Italia – questa la risposta di Frassinetti al riguardo– è troppo serio per essere barattato con altro». L’altro emendamento presentato dalla Lega, invece, proponeva di  insegnare nelle scuole la storia dei simboli regionali: «si tratta di una proposta ragionevole, – aveva commentato Frassinetti  – non in contrasto con l’Inno perché si colloca su un altro piano». Tuttavia  oggi l’emendamento, con grande irritazione della Lega, è stato bocciato dalla Commissione.

«L’emendamento – spiega  Goisis – rappresentava l’unica mediazione, seppur debole, per far digerire la proposta di legge ai nostri parlamentari e alla base. La proposta di legge  è incostituzionale, nel senso che l’Inno non è mai stato dichiarato ufficiale: la Costituzione prevede il tricolore ma non l’Inno di Mameli. Solleveremo i dubbi di costituzionalità».

Un avvertimento, quello della Lega, che rimarca per l’ennesima volta la posizione del Carroccio nei confronti dell’unità d’Italia e di tutti i simboli più o meno direttamente collegati ad essa. E anche se la data ufficiale delle celebrazioni per i 150 anni dellunità, il 17 marzo, è ormai alle spalle, la protesta leghista non accenna a placarsi: questa volta, tuttavia, non preoccupa particolarmente  la maggioranza, perchè  in materia gode dell’appoggio dell’opposizione. «Ora attenderemo i pareri delle altre commissioni che sono necessari, – spiega Frassinetti – poi voteremo il testo nella nostra. Questa proposta di legge non e’ estemporanea – aggiunge – o legata alla ricorrenza del 17 marzo: è  una legge di cui si era già parlato ogni volta che emergeva il dato che gli italiani non conoscono il loro inno». La commissione Cultura potrebbe votare la legge già la prossima settimana.

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