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Diritto di critica | April 26, 2024

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Il Pd decolla, gli altri partiti precipitano

Continua l’ “effetto primarie” nei sondaggi. Sel e Pd volano, mentre Pdl e Idv calano inesorabilmente. Il MoVimento, per ora, rimane secondo partito ma subisce una leggera diminuzione. Anche il terzo polo sembra perdere consensi e l’idea di una lista Monti sembra non trovare i favori degli elettori che probabilmente vogliono il ritorno della politica, dopo l’interludio dei tecnici.

Il Pd gioca facile. Il Pd la scorsa settimana ha sfondato il muro del 30%. Questa settimana supera addirittura il risultato storico di Veltroni nel 2008, attestandosi al 34,6%, secondo EMG. Risultato sostanzialmente confermato anche dai sondaggi Ipsos divulgati martedì scorso durante la puntata della trasmissione Ballarò su Rai 3. Un risultato che, come abbiamo detto in altri articoli, è generato certamente dall’onda mediatica delle primarie. Sarà interessante sapere se effettivamente il Pd riuscirà a mantenere questa percentuale o se nelle settimane prossime, come prevedono alcuni sondaggisti, potrebbe subire anche una brusca flessione. Certo è che gli altri partiti dimostrano di non essere in grado in questo momento di offrire un’offerta credibile al Paese.

Il Pdl ancora in calo, e tanta confusione. Se Sel viaggia a rimorchio del Pd e riesce a guadagnare consenso negli ultimi 15 giorni attestandosi al 6%, gli altri partiti subiscono pesantemente la propria disorganizzazione e l’effetto primarie che hanno dimostrato ancora una volta il desiderio degli elettori di partecipare concretamente alla politica senza per forza impegnarsi nei circoli o sezioni di partito. A perdere di più è il Pdl con un -1,2% nel giro di una settimana. Complice il balletto sulle primarie (che alla fine sembrano destinate a morire sul nascere) e la ricandidatura a targhe alterne del Cavaliere. Il Pdl ad oggi rimane la terza forza politica in Italia, attestandosi al 15,2%.

Anche Grillo in calo. Va male anche al MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Le primarie sono state un duro colpo per l’ex comico genovese che è dovuto correre ai ripari, decidendo seduta stante di organizzare – subito dopo la sfida Bersani-Renzi – le primarie (soprannominate “parlamentarie”) del M5S che tuttavia si sono rivelate un flop, oltre ad aver ingenerato proteste anche tra gli stessi iscritti. Il calo, secondo EMG, è di un punto percentuale, attestandosi questa settimana al 16,3%.

La Lega si ferma e l’Idv sparisce. Va male anche ai piccoli partiti. La Lega, in forte crescita nelle ultime settimane, ha perso lo 0,5% (6,3%), mentre sparisce quasi dalla scena politica Antonio Di Pietro con la sua Idv che oggi raccoglie solo l’1,5% del consenso (-80% di potenziali elettori in un solo mese).

Il “grande centro” fallito. Va male anche al “grande centro”. Il sogno di una lista dei moderati guidata da o ispirata a Mario Monti rischia di non venire alla luce. L’Udc è sotto quota 4% e rischia, in assenza di alleanze, di sparire dal Parlamento. Fli cresce appena e si attesta al 2,4%, Montezemolo e la sua lista al 2,1%, in leggero calo.

Ancora grande astensione. Non è più primo partito l’astensione. Coloro che non andranno a votare sono il 32,4%, mentre gli indecisi sono il 10,1%.

Comments

  1. Il m5s perde un punto%?
    ma chi scrive l’articolo riesce a capire la differenza tra la campagna elettorale (chiamata primarie) fatta su tutti i canali televisivi e radiofonici dal PD, e la non visibilità del m5s?

    • PaoloRibichini

      Certo che lo capisco, ma il dato di fatto rimane. Tra le altre cose, le primarie del centro-sinistra hanno dimostrato la non-autosufficienza del web, quale strumento di propaganda politica, per lo meno in Italia. Ancora oggi, come nel 1994, chi controlla le tv, controlla il paese