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Diritto di critica | April 26, 2024

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E' guerra nel Pd. E per il Colle spunta il nome della Cancellieri

Italian foreign minister Anna Maria CancL’ANALISI – Il Partito democratico ha mandato al macello il suo padre fondatore, Romano Prodi, silurato alla IV votazione da un centinaio di franchi tiratori. Sel ha fatto subito sapere di aver “segnato” le schede votate dai suoi – tutte quelle “R. Prodi”, secondo quanto detto da Migliore appena dopo il voto – allarme del fatto che la faida è tutta interna al Pd, nelle cui fila si sta consumando un vero e proprio congresso non dichiarato.

Rodotà tiene. A crescere, invece, i consensi per Rodotà, che ha fatto registrare 51 voti in più rispetto al numero ufficiale dei suoi sostenitori, i parlamentari del MoVimento 5 Stelle. E proprio i seguaci di Grillo si sono dimostrati compatti nel votare il loro candidato, a differenza di quanto fatto trapelare ieri (“se serviranno una ventina di voti a Prodi, non mancheranno”), voci alle quali erano seguite immediate le rampognate del comico genovese ai suoi: non si vota Prodi. E così è stato: tutti uniti e compatti, il fronte favorevole a Rodotà è cresciuto.

L’opzione Cancellieri. Caduto Prodi, molti fanno il nome di Massimo D’Alema, ma in un Pd così balcanizzato sembra improbabile che il dirigente Pd decida di rischiare. All’orizzonte, invece, compare l’opzione Cancellieri. Con ben 78 voti, l’attuale Ministro degli Interni potrebbe essere la soluzione capace di tirar fuori Bersani dall’impasse: votarla eviterebbe al Pd di stringere accordi con il Pdl e con Grillo, mandando per di più al Quirinale una donna. Prima di lei, altri titolari del Viminale sono stati eletti presidenti della Repubblica, a partire dal Capo dello Stato uscente Napolitano, senza dimenticare Scalfaro e Cossiga.

La salvezza per il Pd. Mentre il Pd affila le baionette, dunque, la votazione di domani potrebbe riservare una sorpresa come la Cancellieri, non votata né dal Pd né dal Pdl, candidato “neutro” rispetto ai nomi visti fino ad ora e già apprezzata per il suo operato sotto il governo guidato da Mario Monti. Per il Pd sarebbe la “salvezza” che gli permetterebbe di affrancarsi dal giogo del MoVimento 5 Stelle, che insiste su Rodotà.

Twitter@emilioftorsello