Formigoni out, Polverini in: cosa accadra'? - Diritto di critica
Gli incredibili avvenimenti di questi giorni, seguiti dal niet del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano su un suo possibile intervento in merito, hanno scatenano incredibilmente nella maggioranza un forte senso di auto-critica. Le dichiarazioni del ministro Rotondi sono state le più dure: «I maestri del Pdl hanno fatto perdere la Polverini a tavolino» e «ne ha piene le tasche di fare il parente povero in questa banda di incapaci». «Non riesco a vedere cosa possa fare il Presidente della Repubblica… se interviene rischia di sconfinare su competenze altrui» sono le state invece le parole di Umberto Bossi che ha parlato anche di una «destra che ha sbagliato». In merito all’esclusione della lista legata a Formigoni il leader del Carroccio si è chiesto «come si fa a sbagliare nella presentare le liste elettorali?». Una critica interna non imputabile però al presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto che ha definito il tutto come «un attacco mirato alla presentazione delle liste del Pdl in modo da modificare anche per quella via i rapporti politici. Questo e’ il senso politico autentico di ciò che sta avvenendo a Roma e a Milano. Il resto o e’ folclore o sono manovre diversive». Una visione diversa invece quella del Ministro La Russa , almeno nei giorni scorsi quando ha parlato di «grande leggerezza» del Pdl. Una versione modificata nei giorni successivi quando sulla questione di Roma il ministro si è espresso cosi:
«Non vorrei fare la parte dell’eversivo ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto. A Roma i radicali hanno commesso un atto di violenza e il magistrato ci ha impedito di presentare le liste. Per non parlare di quelli del Pd… Visto che gli è andata male con il gossip, con le zoccole, con i processi di Berlusconi e con le bugie ora hanno scoperto una nuova frontiera: vogliono vincere giocando da soli. Ma non si illudano».
Parlando di Milano La Russa replica invece a Umberto Bossi spiegando che «la Lega ci aveva garantito 500 firme a sostegno del listino di Roberto Formigoni. Invece si sono presentati alle due di notte con 300 firme, di cui solo 30 autenticate. E’ un grande campanello d’allarme. Significa che, almeno a livello locale, i meccanismi dei due partiti che si sono fusi nel Pdl devono essere ancora rodati, che i ruoli di ciascuno non sono ben definiti». Dichiarazione anticipate sempre da un Ministro della Difesa leggermente alterato la sera prima a Linea Notte .
«Se presi sul serio, questi vaneggiamenti mi preoccuperebbero, specie se detti dal ministro della Difesa» ha detto in risposta il leader del PD Pier Luigi Bersani. «Il ministro La Russa forse pensa di organizzare una nuova marcia su Roma? Se fosse così, ricordiamo a lui e a tutto l’esecutivo che l’Italia è ancora una democrazia, dove le sentenze dei giudici si devono rispettare e dove i cittadini non devono essere istigati a compiere reato» ha ironizzato Luigi De Magistris, eurodeputato dell’Idv.
Attacchi al giudice a capo dell’ufficio elettorale Maurizio Durante anche dal capogruppo del Pdl al Senato Gasparri, secondo il quale avrebbe «compiuto degli abusi» chiudendo la porta nonostante le firme «stavano già nella stanza». Risposta ironica di quest’ultimo che ha spiegato di «non essere nemmeno una toga rossa» ma confermando che «il tempo era scaduto e non poteva fare altro».
Un retroscena che spiegherebbe il ritardo lo svela il Corriere della Sera che parla di un cambio di candidati all’ultimo minuto. Una spiegazione più realistica del tanto maltrattato panino e parallela a quella raccontata da Repubblica secondo cui alle 12.50 di sabato 27 febbraio, cioè cinquanta minuti dopo la scadenza del termine per la presentazioni delle liste, avvenne la contestazione dei Radicali causata dal ritardo di Alfredo Milioni e dal suo tentativo di consegnare ugualmente la documentazione.
Dopo i ricorsi di entrambi i candidati i giudici della Corte d’Appello ieri hanno deciso che la Lista civica di Renata Polverini dovrà essere riammessa, niente da fare invece per la lista del Pdl bocciata per il ritardo. In Lombardia invece la situazione è ancor peggiore infatti è stato rigettato il ricorso per la lista Formigoni. Il Governatore in carica per ora è fuori competizione e con lui le liste che lo sostengono, ovvero quelle di Pdl e Lega Nord. Entrambi i candidati ora si sono rivolti al Tar per essere riammessi completamente e essendo «pronti a tutto» in caso di esclusione, vedremo cosa accadrà.
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